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Malattia epatica avanzata: “Nuovi percorsi di cura a garanzia di una migliore qualità di vita per i pazienti”

Di Redazione |

“I pazienti affetti da cirrosi epatica frequentemente acquisiscono alterazioni emodinamiche ed emostatiche che possono alterare l’equilibrio emostatico sia in senso emorragico che pro trombotico. Inoltre, l’attivazione delle vie emostatiche può svolgere un ruolo nella progressione della malattia prevalentemente attraverso l’attivazione di meccanismi infiammatori. Negli ultimi anni i paradigmi dell’emostasi nella cirrosi sono stati meglio compresi ed approfonditi superando percezioni cliniche precedentemente radicate. È indispensabile promuovere un confronto multi specialistico nella gestione della trombocitopenia severa nel paziente epatopatico e nel percorso del paziente cirrotico piastrino penico sottoposto a manovre interventistiche”, ha detto Cristina Morelli, Direttore UO di Medicina Interna per il Trattamento delle Gravi Insufficienze d’Organo Policlinico S.Orsola-Malpighi

“Lusutrombopag è un farmaco agonista del recettore della trombopoietina (TPO) indicato per il trattamento della trombocitopenia grave (<50.000/mmc) nei pazienti adulti, con malattia epatica cronica (MELD score < 24), che devono essere sottoposti a una procedura invasiva pianificata. Il farmaco va assunto per 7 giorni e raggiunge il massimo dell’efficacia tra il 10° e 13° giorno (finestra terapeutica per programmare una o anche più procedure invasive. Gli studi effettuati hanno dimostrato una minore richiesta di trasfusione di piastrine o di qualsiasi procedura di soccorso per sanguinamento fino a 7 giorni post-procedura. Importante notare anche che il profilo di safety del farmaco è risultato buono, con un rischio di eventi avversi (incluso quello di trombosi) simile al braccio di controllo. Questo farmaco potrebbe rappresentare un’ottima alternativa nei pazienti epatopatici cronici (solitamente affetti da problemi emocoagulativi) che necessitano di essere sottoposti a procedure invasive con più o meno elevato rischio emorragico (come legatura di varici esofagee, biopsia epatica, TIPS, procedure dentali, trattamento radiologici locoregionali, ecc.). Al momento attuale i pazienti vengono trattati mediante trasfusioni di piastrine o plasma che sono gravate dal rischio di reazioni avverse e offrono una efficacia limitata e transitoria, con frequente necessità di trasfusioni ripetute e conseguente aumento della spesa sanitaria”, ha dichiarato AntonioBenedetti, Presidente SIGE – Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva.

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