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Marmolada: riunione a Calazei, Curcio ‘a lavoro su sicurezza, ci vorrà tempo’

Di Redazione |

Milano, 5 ago. Il ricordo delle 11 vittime, la gratitudine verso gli operatori della squadra interforze scesa in campo nelle operazioni di soccorso e di ricerca, ma anche una riflessione sulla necessità di impegnarsi per una maggiore consapevolezza del rischio per chi ama la montagna. A un mese dalla tragedia della Marmolada, la Giunta provinciale si è riunita a Canazei a dimostrazione della vicinanza dell’amministrazione alla comunità della Val di Fassa.

Una mattinata di incontro e confronto, alla presenza del capo Dipartimento della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, del commissario del Governo Gianfranco Bernabei, oltre che dei rappresentanti istituzionali di Comune di Canazei e municipalità della Val di Fassa, Comun General de Fascia, Provincia autonoma di Trento, Consiglio provinciale, Regioni Trentino Alto Adige e Veneto e Fondazione Dolomiti Unesco. Quindi un momento di raccoglimento ai piedi della montagna, con la benedizione della Marmolada e delle vittime: “La montagna non è mai maledetta, ma è il luogo in cui la natura vive i suoi ritmi” sono state le parole del parroco, don Mario Bravin.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento ha rinnovato la partecipazione al dolore dei familiari delle vittime, ringraziando “tutte le componenti che si sono mosse per i soccorsi e le autorità nazionali che, sin dai primi momenti dell’emergenza, hanno dimostrato attenzione e la vicinanza concreta al Trentino, sottolineando come anche nei luoghi più remoti del territorio la macchina della Protezione civile sa essere tempestiva ed efficace”.

Per Curcio “La tragedia dello scorso 3 luglio ha colpito l’intera comunità nazionale: compostezza, serietà e garbo con cui è stata gestita l’emergenza da parte di istituzioni, soccorritori e territorio è qualcosa che tutto il Paese ha riconosciuto. Il disastro della Marmolada è entrato nelle coscienze di ognuno di noi, per la sua tragicità e perché ci ha messo di fronte ai rischi della montagna”.

Soffermandosi sugli aspetti relativi alla sicurezza in quota, il capo della Protezione civile nazionale ha riferito come sia in fase di elaborazione un percorso che coinvolga tutti i territori dell’arco alpino – con competenze eterogenee – poiché la materia richiede un confronto con professionalità diverse. “La prospettiva della sicurezza deve essere valutata per ogni attività umana. Il sistema di valutazione richiederà del tempo, ma l’elemento essenziale rimane la consapevolezza del rischio. Dalla commissione grandi rischi è emerso che i ghiacciai si ritirano di almeno un metro l’anno. Sorvolando la Marmolada ce ne siamo resi conto. Si sente il grido di dolore della montagna”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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