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Numero Blu Servizi espone come l’alleanza tra Ai, chatbot e operatori aumenta i tassi di conversione

Di Redazione |

Il Ceo Leopizzi: “La tecnologia è un valido supporto per gli operatori ma il fattore umano resta un elemento differenziante per rispondere alla clientela e generare fidelizzazione”

● presidiare tutti i punti di contatto: sono tanti i momenti in cui un chatbot o un operatore possono essere d’aiuto al cliente che sta esplorando il mercato per un acquisto o è in cerca di un informazione;

● perseguire efficienza e generare sinergie: il cliente deve poter parlare con un operatore umano se lo desidera o se il chatbot non può rispondere alle sue domande, e deve poter interagire con un chatbot quando ha una richiesta rapida e convenzionale

● apprendere dalle interazioni precedenti: ogni informazione arricchisce la base di conoscenza a cui si riferiscono gli operatori e con cui vengono alimentati motori di machine learning per poter rispondere in modo sempre più pertinente.

“Guardiamo sempre con molta attenzione alle innovazioni tecnologiche che ci permettono di migliorare i nostri servizi e di dare agli operatori gli strumenti più adatti a interagire con i clienti in modo rapido e pertinente” afferma Luca Leopizzi, CEO di Numero Blu. “La componente umana nel nostro lavoro è un fattore differenziante perché i clienti che si rivolgono a un contact center si aspettano di essere compresi, riconosciuti e aiutati da persone capaci di entrare in empatia e di risolvere ogni tipologia di richiesta dando tutta la consulenza necessaria. I chatbot sono degli alleati che ci permettono di aumentare l’engagement del cliente, di essere sempre disponibili, di fornire in modo molto rapido le risposte alle domande più comuni e, comprendendo l’esigenza del cliente, di indirizzarlo verso l’operatore più adatto”.

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