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Scuola, gli studenti del liceo Righi occupato: “Basta, mostreremo di cosa abbiamo bisogno”

Di Redazione |

Roma, 24 nov. “Noi studenti e studentesse del liceo Righi vogliamo porre fine agli interminabili ‘siamo tutti nella stessa barca’ e ‘vi capiamo’. Mostreremo a tutti di cosa ha bisogno la scuola dopo anni di mobilitazioni, dopo aver manifestato innumerevoli volte sotto al Ministero dell’istruzione e aver percorso in lungo e in largo le strade di Roma”, lo scrivono gli allievi del liceo Righi, occupato da ieri sera, “a seguito di una votazione in cui è stata raggiunta la maggioranza dei consensi, insieme a 200 studenti e studentesse del liceo Righi, abbiamo deciso di occupare il nostro istituto”.

La rivalsa dei ragazzi parte dai programmi scolastici: “poco al passo con i tempi, ciò che impariamo a scuola non ci prepara adeguatamente alla vita dopo il liceo. Per questo proponiamo il potenziamento delle materie Informatica ed Educazione Civica. Ci stiamo muovendo in questa direzione tramite il progetto “Ri-Generazione Civica” che punta ad istituire un ciclo di conferenze tenute da ragazzi universitari all’interno di Licei ed Istituti. Chiediamo inoltre l’introduzione di Educazione Ambientale ed Educazione Sessuale e all’Affettività come materie obbligatorie. Riscontriamo anche particolari criticità che riguardano il programma di Storia che ad oggi non include gli avvenimenti degli ultimi settant’anni, fondamentali per la comprensione della realtà attuale”, si legge.

Poi c’è il tema edilizia scolastica: “In Italia ci sono 40mila edifici scolastici, il 70% dei quali costruito nella prima metà del Novecento. La loro gestione – a seconda che si tratti di scuole elementari, medie e superiori – spetta ai singoli comuni e alle province. Il 38,8% degli istituti nazionali necessita di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per l’eliminazione dei rischi. Questa necessità riguarda il Nord per il 28,8%, il Centro per il 41,9%, il Sud per il 44,8% e le isole per il 70,9%. La mancanza di spazi comporta due problemi principali: la sovrappopolazione nelle classi; La mancanza di spazi di aggregazione durante il pomeriggio. Per quanto riguarda le classi pollaio, crediamo che sia ipocrita la definizione del Ministero dell’istruzione, che vede rientrare nella categoria le classi composte da più di 28 ragazzi. L’anno scorso, seguendo un percorso di mobilitazioni, abbiamo evidenziato possibili spazi per lo svolgimento delle attività didattiche e sociali occupando edifici abbandonati, quali l’ex Lucernario dell’università Sapienza e l’ex stazione Trastevere”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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