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Scuola, preside Marymount: “compagno banco in quarantena? Imprudente, va ridotta durata”

Di Redazione |

Roma, 28 set. L’ipotesi di quarantena ridotta al compagno di banco si scontra con un problema: “la geografia e logistica delle scuole. In alcune le situazioni sono funzionali, c’è il distanziamento, abbiamo purificatori d’aria nelle aule e così via. Ma non sempre è così. Pertanto non è una misura all’insegna della prudenza”. A parlare con l’Adnkronos è Andrea Forzoni, preside dell’Istituto Marymount, scuola cattolica paritaria di Roma, che aggiunge: “il rischio della quarantena limitata al compagno di banco è eccessivo. Ma abbreviare i tempi può avere il suo perché: io credo che sarebbe più prudente limitare la quarantena a cinque giorni ad esempio, con tampone al quinto prima del rientro in presenza a scuola. D’altronde i casi di contagiosità in classe fra bambini sono stati rari, ne abbiamo assoluta certezza”.

Quindi il preside del Marymount sollecita una riflessione: “le quarantene dei docenti. Ad un tavolo con alcune Asl di Roma si sta cercando di risolvere il fatto che docenti di infanzia e primaria siano spesso mandati in quarantena in automatico da alcune aziende sanitarie. Cosa che non deve accadere perché la normativa parla di contatti stretti”. Le indicazioni che arrivano alle scuole devono collocarsi in un quadro omogeneo su tutto il territorio ed essere quanto più possibile precise e univoche, non il frutto di una libera interpretazione di Asl e regioni: “è assurdo che alcune Aziende sanitarie mandino in quarantena in automatico i docenti di infanzia e primaria dove ci sia stato un solo caso di positività tra gli allievi, senza guardare al rispetto delle condizioni di sicurezza”.

E’ una leggerezza che costa cara alle scuole: “Alle elementari – spiega Forzoni – possono esserci da 3 a 5 insegnanti per classe condivisi con altre classi. Se isolati a casa, faranno lezioni in dad anche a gruppi in presenza”. Circostanza questa che richiede un ulteriore sforzo da parte della amministrazione scolastica perché “suddette classi in presenza dovranno poi essere controllate da altri docenti”, mentre nello scenario le variabili si moltiplicano esponenzialmente complicando a dismisura la gestione. “Basti immaginare al re-innesco del meccanismo. Cosa accadrà se al rientro del docente un’altra classe entrerà in quarantena?”. Quadri che “vanno scongiurati. Se ci fosse una regia più coerente – conclude il Preside – non accadrebbero”.

(di Roberta Lanzara)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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