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Spada (Formazienda): “Sistema fondi interprofessionale ha tenuto ma servono più risorse”

Di Redazione |

Roma, 14 gen. (Labitalia) – La crisi pandemica ha messo a dura prova il mercato del lavoro e il mondo produttivo mentre il ruolo della formazione e dei fondi interprofessionali, nonostante gli effetti negativi del virus sui mercati, ne è uscito rafforzato. D’altronde, è lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza ad assegnare al tema delle competenze un posto centrale per confermare le attese di crescita del Pil nel 2022. A confermarlo il direttore di Formazienda, Rossella Spada: “Il sistema dei fondi interprofessionali – commenta – ha retto all’urto della crisi ed è stato estremamente utile nella fase più acuta dell’emergenza perché ha stimolato il percorso di aggiornamento dei processi produttivi e ideativi che creano valore nelle aziende. Il modello italiano della formazione ha il merito di rendere protagoniste le parti sociali creando un collegamento diretto con le strutture formative che sono profondamente radicate nelle aree produttive. Adesso, però, con il nuovo anno, dobbiamo attribuire una rinnovata e ancora più energica priorità alla formazione continua per stabilizzare la ripresa economica e occupazionale. Il mercato del lavoro post Covid sarà condizionato dal possesso delle competenze in una misura preponderante. Le imprese e i lavoratori italiani devono farsi trovare pronti”. Il Fondo interprofessionale per la formazione continua Formazienda nasce dalla cooperazione tra l’organizzazione datoriale Sistema Impresa e la confederazione sindacale Confsal nel 2008. Aderiscono a Formazienda 100mila imprese che operano in tutti i settori produttivi anche se la quota maggioritaria appartiene ai servizi e al terziario. Nel biennio della crisi il fondo ha stanziato oltre 50 milioni di euro di finanziamenti per qualificare e riqualificare la forza lavoro. Digitalizzazione, ammodernamento tecnologico e prassi più efficaci per la sicurezza in chiave anti Covid sono stati i temi portanti degli avvisi di finanziamento del 2021. “Nel 2022 – spiega Spada – continueremo a sostenere i piani formativi volti a potenziare la competitività e a realizzare i percorsi di ricollocamento occupazionale. Crediamo fortemente nella certificazione delle competenze che può agevolare gli imprenditori nella fase del reclutamento. In termini sistemici, il nostro mercato del lavoro richiede una piena integrazione in materia di orientamento tra agenzie pubbliche e private oltre a una valorizzazione del sistema duale capace di attuare l’armonizzazione tra percorsi formativi, scolastici e professionali. Dobbiamo ricercare, inoltre, la massima sinergia tra l’azione dei fondi, del governo e delle regioni. Ma servono più risorse e deve essere restituito nella sua interezza il contributo dello 0,30 perché dobbiamo ricercare la massima efficacia degli interventi se vogliamo che il nostro sistema imprenditoriale sia messo nelle condizioni di affermarsi nei mercati internazionali”.

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