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Organizzazione territoriale e delle vaccinazioni: quale sarà il ruolo della medicina generale?
Napoli, 10 marzo 2022 – “Va benissimo avere delle strutture eccellenti che vengano ristrutturate e riviste, ma qual è il quantitativo del personale al loro interno? Come saranno riempite? E’ arrivato il momento di ripensare la medicina generale e di difendere le persone che vi lavorano, altrimenti il patrimonio della medicina generale andrà perduto. C’è bisogno di una medicina generale più partecipante e meno distante dal distretto. Se volessimo ragionare sul patrimonio di dati che i medici di medicina generale hanno a disposizione nei propri gestionali non ci sarebbe assolutamente bisogno di effettuare l’analisi di bisogno della popolazione di un distretto”.
Alla tavola di lavoro è intervenuto anche Carlo Picco, Direttore Generale dell’ASL Città di Torino.
“Lo scenario attuale fa intravedere l’evento pandemico come uno spartiacque tra una sanità territoriale gestita in maniera piuttosto arcaica e burocratica e la possibilità di costruire un modello in cui le professionalità si appoggiano alla tecnologia. Il dirigere una ASL che ha in pancia tutti i setting assistenziali, dall’ospedale Dea di secondo livello al poliambulatorio più periferico, permette di fare un ragionamento di razionalizzazione della rete di offerta di diagnostica completo, con una regia centrale, e che veramente potrebbe costituire un laboratorio unico in Italia. La vera sfida del territorio sarà la telemedicina, non intesa come rapporto diretto tra sanitario e paziente, ma come presa in carico di tutta la cronicità aziendale, con un sistema di filtri e automatismi ‘laici’ che permetta ai sanitari l’intervento più appropriato, stratificando in tempo reale il bisogno. In questo senso cogliamo lo stimolo del PNRR nel suo aspetto, a nostro avviso più originale, quello della Centrale operativa territoriale (COT), declinandolo però secondo le nostre esigenze di grande area metropolitana” ha spiegato Carlo Picco.
Per l’ASL Città di Torino sono previsti dal PNRR 16 case di comunità e 6 ospedali di comunità. La Regione prevede di finanziare extra PNRR altre 3 case di comunità. Sarà anche l’occasione per riqualificare importanti presidi in disuso da anni. Le COT di pertinenza della ASL Città di Torino sono 9 e saranno declinate secondo un modello organizzativo peculiare e idoneo ad una grande area metropolitana.
“Per quanto concerne gli ospedali e le case di comunità è necessario realizzare strutture flessibili che possono intercettare i pazienti cronici sottraendoli al ricorso alle strutture dell’emergenza. Sarà importantissimo arrivare alla piena integrazione con la medicina generale al fine di creare un sistema territoriale solido e sinergico con quello ospedaliero. Importante sarà anche il supporto fornito dall’infermiere di famiglia e una sperimentazione che intendiamo effettuare sui reparti a gestione infermieristica che daranno un contributo fondamentale al sistema della presa in carico”.
La campagna vaccinale della ASL Città di Torino, che ha saputo coniugare le migliori energie istituzioni pubbliche e private della città, ha permesso di erogare fino a metà febbraio oltre 2 milioni di vaccini, permettendo alla Regione Piemonte di raggiungere il primo posto in Italia per somministrazioni di dosi booster, e l’ASL facendo meglio della media regionale si è posta ai vertici italiani. “Questo ha permesso di mantenere l’area metropolitana ai livelli nazionali ed europei più bassi di contagio per molti mesi, consentendo di celebrare i grandi eventi (Salone del Libro, ATP, Uefa Nation League, eccetera) in relativa sicurezza” ha concluso Carlo Picco.
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