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Quirinale: analisti, ‘Draghi resti centrale, se presidente scarso impatto su spread’ (2)

Di Redazione |

Per Wolfram Mrowetz, amministratore delegato di Alisei Sim, “tatticamente sarebbe meglio tenere Draghi come presidente del Consiglio, perché otterrebbe i risultati migliori sul Pnrr e sulle riforme in attesa delle elezioni del 2023. Ma strategicamente sarebbe più opportuno un suo trasferimento al Quirinale”. Con un probabile affermazione del centrodestra alle elezioni del 2023 Draghi “sarebbe in grado di tranquillizzare le cancellerie europee e, con la sua personalità e competenza, di smorzare le intemperanze più clamorose di quella coalizione, con una parte della Lega che gravita ancora sull’area no euro di Borghi e Bagnai”.

Vincenzo Longo, Premium manager di Ig, sottolinea invece che “sarebbe opportuno avere Draghi ancora a capo dell’esecutivo, anche solo per poco più di un anno, per guidare il Paese nell’impiego delle risorse del Pnrr e per attuare le riforme necessarie. Benché la sua azione sia stata molto ridimensionata dai partiti politici, come presidente della Repubblica sarebbe ancora più ristretta”.

Analisti e gestori al momento non temono impatti rilevanti sullo spread in caso di trasferimento di Draghi al Quirinale o in caso di permanenza a Palazzo Chigi. L’incertezza delle settimana che probabilmente sarà dedicata all’elezione “nel breve termine potrebbe avere un impatto negativo, ma crediamo che questo sarà di breve durata”, spiega Mehta di Bliuebay.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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