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**Scala: Cenati (Anpi), ‘è ora che la seconda carica dello Stato si dichiari antifascista’**

Di Redazione |

Milano, 6 dic.”Condivido e comprendo la presa di posizione di Anpi Scala e della Cgil e credo sia ora che la seconda carica dello Stato condanni in modo molto chiaro le nefandezze del fascismo e si dichiari antifascista”. Così all’Adnkronos il presidente dell’Anpi provinciale di Milano Roberto Cenati, commentando la nota intitolata ‘I fascisti non sono graditi alla Scala’, diffusa da Rsa e Rls Slc-Cgil Teatro alla Scala e Anpi Scala in vista della Prima del ‘Don Carlo’ di Giuseppe Verdi di domani, alla quale prenderà parte anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

“E’ da tempo che Ignazio La Russa viene incalzato su questo argomento perché da parte sua manca una condanna netta e in toto del fascismo -spiega Cenati-. Il che vuol dire una condanna delle leggi antiebraiche del 1938, che ha fatto, ma senza mai andare alla radice”. In altre parole “dovrebbe condannare il fascismo anche come violenza nei confronti degli oppositori politici, come oppressione di chi dissentiva dalle politiche del governo, gli omicidi degli oppositori politici, proprio l’anno prossimo, tanto per fare un esempio, ricorrerà il centenario dell’omicidio di Giacomo Matteotti, e il confino, il carcere. Ecco, manca tutto questo”.

Invece “sarebbe davvero importante una dichiarazione netta di condanna del fascismo in tutta la sua complessità, così come fece il presidente Mattarella nel 2018, dicendo che qualcuno sostiene che il fascismo abbia fatto due errori, l’entrata in guerra e le leggi antiebraiche del 1938, ma il fascismo non è stato solo questo, è stato anche oppressione, persecuzione degli oppositori politici”. E “una presa netta di distanza da tutto questo La Russa non l’ha mai fatta. Sarebbe ora che questo accadesse”.

Del resto, “in giro c’è ancora una sorta di cultura fascista che si è trascinata nel tempo perché se l’Italia ha sconfitto militarmente il nazifascismo il 25 aprile del 1945, non lo ha però sconfitto del tutto storicamente, culturalmente e idealmente. L’espressione più tremenda di tutto questo l’abbiamo vissuta negli anni della strategia della tensione. Proprio tra qualche giorno, il 12 dicembre, ricorrerà l’anniversario della strage di Piazza Fontana, il cui responsabile è ben definito ed è Ordine Nuovo”.

“C’è una sorta di tradizione culturale che si trascina, come nei momenti più difficili della storia del nostro Paese, quando emerge l’idea dell’uomo forte -afferma Cenati-. Nel corso della storia della nostra Repubblica, c’è stato anche un sondaggio secondo cui il 47% degli italiani, è convinto che per risolvere le situazioni più intricate ci si debba affidare ad un uomo forte”.

“Per noi, invece, è la Costituzione nata dalla Resistenza a dover risolvere i problemi più complicati. La Costituzione, per noi, ha ancora un significato. Soprattutto lo ha una figura al di sopra delle parti com’è, ad esempio, il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E mi dispiace molto che quest’anno non verrà alla Scala perché lui ha una presa sulle coscienze degli italiani straordinaria. I suoi interventi sono sempre di alto valore storico e culturale e le sue parole toccano sempre le coscienze, dei ragazzi più giovani, fino alle persone più anziane”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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