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**Ucraina: prof. centro russo Milano, ‘condanniamo guerra, ma non fomentiamo odio’**

Di Redazione |

Milano 10 mar. “La mia vita è stata studiare la linguistica russa e naturalmente anche la cultura e devo dire che questo atteggiamento di condanna a priori è stato un po’ scioccante”. Lo racconta all’Adnkronos la professoressa di lingua russa dell’Università Statale di Milano Paola Cotta Ramusino, responsabile del centro russo dell’ateneo, riferendosi tanto alla sospensione del seminario su Dostoevskij alla Bicocca (“una decisione – dice – frettolosa, poco meditata e del tutto inutile, come poi si è visto”), quanto alla vicenda del direttore d’orchestra Gergiev, su cui la posizione è meno netta, anche se – osserva – “mi sembra sempre rischioso quando si prende la strada di condannare un artista per le sue supposte o confermate idee politiche”.

La preoccupazione della professoressa, oltre che ovviamente per il conflitto in Ucraina, è per le conseguenze che ha sulla percezione della cultura russa, colpita negli ultimi giorni “da giudizi troppo semplicistici e frettolosi. Questo atteggiamento non può portare a nulla di buono”.

Al centro della Statale di cui la prof. Cotta Ramusino è responsabile studenti e docenti sono italiani, russi, ma anche ucraini, bielorussi e moldavi. “Siamo tutti uniti sia nello sconcerto che nella condanna di quello che sta succedendo. Io penso, come tutti, che questa guerra sia una cosa terribile. Non solo la condanno perché è una guerra, ma anche perché mi sembra un danno enorme alla Russia come Paese e anche alla sua cultura. Per me e per i miei colleghi è un grande dispiacere”, dice la responsabile, che con amarezza ripensa ai “tanti anni di impegno per la costruzione di un dialogo e la comprensione delle ragioni dell’altro, ma quando c’è una guerra di ragioni non ce ne sono più”.

Cotta Ramusino però tiene a sottolineare che “ci sono moltissimi russi che non sono d’accordo con questa guerra e che lo dicono in una situazione in cui non è facile dirlo e non è facile manifestare. Noi possiamo andare alle marce di protesta tranquillamente chiacchierando con gli amici, mentre là non è così, eppure ci sono persone che lo fanno. Quindi non facciamo di tutta l’erba un fascio”. L’impegno della professoressa con i suoi studenti universitari è di promuovere una conoscenza approfondita della Russia. “Quanto più si conosce, tanto più si è in grado di capire e forse sarebbe stato un bene conoscere meglio anche la Russia degli ultimi anni”, osserva.

Gli studenti della Statale che erano in scambio presso atenei russi, “purtroppo sono tutti dovuti rientrare” e anche i corsi estivi organizzati dal centro “sono chiaramente sospesi”, spiega la professoressa, preoccupata anche per le difficoltà che stanno avendo gli studenti russi che si trovano a Milano: “Alcuni miei studenti mi hanno detto che sono in grandissima difficoltà perché la borsa di studio italiana non basta a vivere e non hanno modo di avere soldi dalla famiglia. E questo è veramente un grossissimo problema. Altri sono spaventati e scossi per gli insulti ricevuti dopo l’attacco”.

“Non è bello che si crei questo clima. C’è una forma di estremismo che non ha alcun senso in Italia. Io spero che si riprenda un po’ di ragione”, osserva Cotta Ramusino, raccomandando a tutti di “non fomentare l’odio”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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