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Agrigento, presentato il Registro dei tumori. Le interviste

L’aggiornamento è un importante strumento di supporto per la programmazione sanitaria locale

Rita Baio

06 Giugno 2025, 10:38

Agrigento, presentato il Registro dei tumori. Le interviste

Il Registro dei tumori non traccia soltanto le linee dell’incidenza delle neoplasie ma apre le porte a una dettagliata analisi sanitaria che comincia dai servizi che “devono essere organizzati – spiega Raffaele Elia, direttore sanitario dell’Asp – a seconda dei bisogni degli assistiti”. Bisogni che vanno “identificati e analizzati – prosegue – per soddisfare i quali è necessaria la pianificazione e la programmazione da parte della Direzione generale dell’Azienda. Occorre, dunque, pianificare i servizi di cui gli assistiti hanno bisogno per un periodo compreso tra i 3 e i 5 anni e programmare le azioni necessarie da compiere nei 12 mesi successivi”. Questo approccio all’organizzazione sanitaria utile all’erogazione dei servizi è importante soprattutto in considerazione che, ad oggi, il quadro sanitario della provincia di Agrigento indica come l’invecchiamento sia un fattore determinante connesso, quindi, al tasso di incidenza che cresce con l’aumentare dell’età. Basti pensare che l’indice di invecchiamento (la percentuale tra gli over 65 e la popolazione di età compresa tra 0 e 14 anni) è aumentato del 22,5% dal 2011 al 2019. Questo, ovviamente, secondo il Registro tumori relativo al periodo compreso tra il 2011 e il 2019.

“L’aggiornamento attuale - dichiara Gina Bosco, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asp – consolida e arricchisce lo studio precedente, contribuendo ad approfondire il quadro epidemiologico oncologico dell’Agrigentino, ed è un importante strumento di supporto per la programmazione sanitaria locale”.

Il nuovo Registro, rispetto al precedente (relativo al triennio 2011-2013) offre “maggiori notizie sull’andamento dei tumori – spiega Giuseppa Candela, responsabile del Registro tumori Asp di Trapani che monitorizza anche il territorio di Agrigento – ed evidenzia movimenti importanti che rispecchiano le politiche sanitarie come, ad esempio, la politica antifumo che ha segnato una riduzione del tumore del polmone nei maschi. In calo tutti i tumori nel sesso maschile. Per quanto riguarda la popolazione femminile, rimane stabile il trend sul tumore della mammella. Certo, nel tempo sono aumentate l’assistenza, le cure e le terapie ma si tratta di una malattia cronica che non fa paura come una volta, considerato che al tumore della mammella si sopravvive anche con una buona qualità della vita, soprattutto se c’è l’adesione agli screening”. E sono proprio lo screening e la prevenzione le armi a disposizione per prevenire il cancro. “Occorre far comprendere ai cittadini – prosegue Candela - che la maggior parte dei tumori sono prevenibili con scelte di vita sane e corretti comportamenti individuali”.

I dati emersi dal Registro tumori, contribuiscono a disegnare la programmazione dell’Asp. A cominciare dallo screening. “Questi dati ci indicano come muoverci anche nella prevenzione – afferma Giuseppe Capodieci, direttore generale dell’Asp – e contengono anche un dato importante: la prevalenza che comprende i soggetti con nuova diagnosi e quelli con diagnosi effettuata negli anni passati. E questo richiede l’organizzazione tra l’Azienda e i Comuni per offrire loro una assistenza sanitaria e sociale e in questo contesto si inserisce la Casa della comunità”. Non solo. Il Registro tumori rispecchia anche la mobilità. Anche per il tumore della mammella, nonostante la presenza della Breast Unit. “Stiamo migliorando la mobilità per il tumore della mammella – continua il direttore generale – tant’è che è in crescita il numero di interventi. Di recente abbiamo istituito la seconda sede della Breast Unit al Giovanni Paolo II a Sciacca, proprio per evitare la mobilità da Sciacca verso Palermo, che stiamo attrezzando con nuove tecnologie mentre a eseguire gli interventi sarà la stessa equipe che opera al San Giovanni di Dio. Per quanto riguarda la Chirurgia plastica ricostruttiva, è in itinere la convenzione con il policlinico Giaccone di Palermo e abbiamo interlocuzioni con una struttura di Catania. La mobilità è senza dubbio un problema da affrontare e risolvere, perché porta danno economico a tutto il territorio agrigentino. Privare di risorse l’istituzione di Agrigento – conclude Capodieci - priva di risorse l’intera comunità”.