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Appalto rete idrica di Agrigento, la deputata Pd Giovanna Iacono ha chiesto al Governo di commissariare Aica

Secondo la Procura la gara da 37 milioni è stata truccata. Il gestore è la stazione apopaltante che «avrebbe dovuto quantomeno vigilare adeguatamente sull’iter»

Di Redazione |

La vicenda dell’appalto da 37 milioni per la rete idrica di Agrigento che, secondo la Procura, sarebbe stato truccato con in più il particolare dei ritardi finalizzati ad una migliore spartizione delle mazzette e i subappalti già preordinati per commettere una frode nelle pubbliche forniture, è finita in Parlamento.

La deputata agrigentina del Pd Giovanna Iacono ha infatti depositato una interrogazione per chiedere chiarimenti ai ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e per gli Affari Regionali e le Autonomie, «al fine di comprendere se sono previsti a breve interventi sulla gestione del servizio idrico nella provincia di Agrigento».

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai deputati Peppe Provenzano, Anthony Barbagallo, Stefania Marino e Fabio Porta e prende appunto spunto dalle indagini culminate nei giorni scorsi in arresti e sequestri ad Agrigento.

La stessa Iacono nel suo atto ispettivo fa riferimento «all’affidamento da oltre 37 milioni per la manutenzione straordinaria della rete idrica cittadina che sarebbe stato assegnato a un consorzio privo dei necessari requisiti economici e organizzativi, attraverso un meccanismo corruttivo che coinvolgerebbe dirigenti e funzionari pubblici». «Il caso – spiega la deputata – solleva profonde preoccupazioni per le conseguenze sull’efficacia e trasparenza della gestione delle risorse pubbliche, nonché per l’impatto diretto sulla vita quotidiana delle cittadine e dei cittadini. A fronte delle gravi anomalie emerse, abbiamo chiesto al Governo di verificare l’opportunità di attivare una gestione straordinaria e commissariale del servizio idrico integrato nella provincia di Agrigento, per garantire legalità, trasparenza e funzionalità a un servizio essenziale come quello dell’acqua» visto il «particolare rilievo» delle «responsabilità del consiglio di amministrazione di Aica, che avrebbe dovuto quantomeno vigilare adeguatamente sull’iter dell’appalto».

«A ciò – ha scritto Iacono nella sua interrogazione – si aggiunge una gestione economico-finanziaria ritenuta dissennata, che ha portato il gestore in condizione di “grave squilibrio di bilancio”. Non si può permettere che, mentre la provincia soffre per la mancanza d’acqua, consorterie criminali si arricchiscano attraverso appalti truccati. È necessario ristabilire legalità e dignità per una comunità già duramente provata».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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