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Dati sui pagamenti delle fatture: molti Comuni sono fuorilegge

Di Gioacchino Schicchi |

Agrigento – Pochi dati, o poco rassicuranti. Se le amministrazioni pubbliche sono tenute per legge a rendere noti i tempi nei quali pagano le fatture dei fornitori, nella nostra provincia non tutti rispettano l’obbligo di rendere pubblici questi numeri e quando lo fanno restituiscono lo spaccato di un sistema in profondissima crisi.

Partiamo dai termini: l’indice che i Comuni devono fornire è quello sulla tempestività dei pagamenti, definito in termini di “ritardo medio di pagamento ponderato in base all’importo delle fatture”. Ovvero, la somma dell’importo di ciascuna fattura o richiesta di pagamento di contenuto equivalente pagata moltiplicato per la differenza, in giorni effettivi, tra la data di pagamento della fattura ai fornitori e la data di scadenza, poi divisa per la somma degli importi pagati nell’anno solare o nel trimestre di riferimento. Un calcolo che per legge deve essere reso disponibile a tutti e soprattutto deve essere aggiornato trimestralmente e annualmente.

E invece, a dare una veloce lettura agli albi pretori dei Comuni della nostra provincia risulta che non tutti hanno adempiuto a quanto previsto. Partendo dal capoluogo, che oggi rende disponibile unicamente il dato per il 2016 in forma aggregata, che comunque racconta di come, a fronte di 2.247 fatture presentate 1.469 sono state pagate oltre i 90 giorni dalla presentazione.

Inadempiente è anche il Comune di Canicattì, che rende disponibili solo i dati del 2015 divisi per trimestri senza indicazione su base annuale. Si va, quindi, dall’indicatore del 24,35 di gennaio-marzo al 62,35 di aprile giugno. Datate anche le informazioni fornite dal Comune di Sciacca (ferme al 2014, quando l’indice era di 50,04), mentre “in allestimento” risulta la sezione per quanto riguarda il Comune di Porto Empedocle. In ritardo è anche il Comune di Siculiana (presente indicatore del 2016, ovvero 45). Ammesso tra i “promossi” anche se con riserva è invece Licata: l’Ente infatti fornisce un indicatore (tra l’altro molto alto, ben 193 giorni dall’emissione della fattura) senza precisare a quale anno periodo faccia riferimento. Promossi, ma con dati “spaventosi” rispetto al pagamento delle fatture, sono invece Favara (presente indicatore gennaio-marzo 2017, ovvero 125,77) e Palma di Montechiaro, dove il dato per il primo trimestre dell’anno sale fino a quota 147,12.

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