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Gli ipogei di Agrigento per capire meglio le interazioni tra suolo e costruzioni

Al Palacongressi il convegno dell'Ordine del Geologi

Di Rita Baio |

Si è parlato degli ipogei nel corso del primo convegno organizzato dall’Ordine dei geologi di Sicilia nel contesto di “Una fiera per costruire”, l’evento promosso da Gea Comunicazione e Marketing e in corso, fino a domenica, al Palacongressi ad Agrigento.

«Insieme con Giovanni Noto – afferma Salvatore Talmi, consigliere dell’Ordine regionale dei geologi – abbiamo parlato della fruibilità degli ipogei di Agrigento mentre oggi parleremo di interazione suolo – struttura con Mauro Corrao, esperto geofisico. La presenza dei geologi in questa Fiera è sempre una occasione per parlare di Geologia e Geoarcheologia, come nel caso degli ipogei, proprio perché i geologi studiano le fondamenta delle costruzioni e quando si parla di costruire e ristrutturare, noi ci siamo».

Il geologo Giovanni Noto, nel corso del suo intervento, ha illustrato gli ipogei idraulici (insistenti nella zona della Promenade), le cave sotterranee (nella zona della cattedrale e aree limitrofe) e della cisterna insistente al viale della Vittoria “restaurata – spiega Noto – quando venne ristrutturato il muro di via Crispi e nella quale sono già stati installati gli impianti di illuminazione e aerazione”. L’attenzione dei presenti si è poi spostata sugli ipogei della Kolymbethra, del Vescovado e di Giacatello, già fruibili anche a livello turistico.

«Ci sono invece degli ipogei nei quali sono in corso degli interventi di messa in sicurezza e accessibilità – ha proseguito Giovanni Noto – grazie a un tavolo tecnico multidisciplinare. Interventi che interessano gli ipogei del Purgatorio, l’Acqua Amara che termina accanto all’ingresso della chiesa di Santa Maria dei Greci».-Se un turista avesse la possibilità di visitare un solo ipogeo, quale consiglierebbe?«Gli ipogei della Kolymbethra e del vescovado. Sono due ambienti diversi, con strutture e sensazioni differenti».-La mancanza d’acqua nell’ipogeo della Kolymbethra si connette alla crisi idrica?«È una diretta conseguenza del poca o nulla assorbenza da parte del terreno dettata dalla carenza di pioggia».-Come si formano le stalattiti dell’ipogeo della Kolymbethra?«Si formano perché la roccia è calcarenitica. Era un’antica spiaggia che nel tempo è diventata roccia. La maggior parte dei grani della sabbia, infatti, non si sciolgono se non molto lentamente. L’apporto del carbonato di calcio viene dato dallo scioglimento dei gusci delle conchiglie, trasportato dall’acqua e riprecipitato quando l’acqua incontra la volta dell’ipogeo e comincia a gocciolare. Goccia dopo goccia resta un film di carbonato di calcio che permette la costruzione di queste stalattiti che hanno comunque una struttura molto fragile».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA