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"Hypsas", ultimo capolavoro del poeta agrigentino Valerio Mello

Da non perdere se si desidera trovare una parte di sé che poco si conosce

Rita Baio

16 Febbraio 2024, 17:18

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Da “Versi inferi” a “Hypsas”. Quattordici anni di studio dominato dalla passione, dall’attenzione che diventa ricerca pur mantenendo l’aurea della semplicità. Con “Hypsas”, l’ultimo suo capolavoro, Valerio Mello tocca cime mai raggiunte. “Il fiume scorre, trascina, pulisce, conduce ciò che conserva e lo porta in offerta. Il denso e mirabile poemetto di Mello – scrive Andrea Carnevale – fa diventare le antiche divinità, a cominciare da quella fluviale a cui è ispirato e dedicato, incarnazioni stesse della Poesia e del suo attraversare la storia. Un fluire che conserva e innova a ogni svolta le sue origini (il mondo greco e l’acume virgiliano), che travolge una lingua che non sa più dire per offrirla in sacrificio nel suo andare, con una voce che “abita a ritroso”, verso la sorgente di ogni domanda”. Valerio Mello vive a Milano ma è nato ad Agrigento nel 1985. E così come “Rive”, un diario di viaggio reale e immaginario che tocca anche Agrigento, “Hypsas” prende il nome dal fiume occidentale dell’antica Akragas quasi a confermare, ancora una volta, il forte legame che Valerio ha con la sua terra, dalla quale si è allontanato (seppur solo fisicamente) dal 2011.

Valerio ha studiato al liceo classico Empedocle e nel 2009 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. Nonostante gli impegni di studio gli portassero via molto tempo, Valerio non si è mai fermato e, nel corso degli anni, è stato autore di opere premiate. Dal primo premio al concorso letterario nazionale di Poesie “La Città del Principe” di Carignano, a “Rive” che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, fino alla nomina di Cavaliere dell’Accademia dei Nobili di Firenze e Cavaliere della Real Confraternita di San Teotonio del Portogallo per meriti culturali e letterari. “Vedere come vede il fiume: entra, non entra nella vita. Vedere come essere, e salgono fumo, uomini, dèi, fiori, figli delle conchiglie nel suono riconosciuto. Ecco, viandanti. Ecco, volteggiare d’aria attorno. Ancora è, torna a frantumare la sorte. Prende la mano della prima vita, asciutta e profanata. Sembra nulla. Lascia la strada il gorgoglio. Si ritira Hypsas dal volto interminabile” è solo una delle poesie contenute in “Hypsas”. Da non perdere, se si desidera trovare una parte di sé che poco si conosce.