Licata, la Guardia costiera sequestra la rete e loro inseguono e abbordano la motovedetta per riprendersela: arrestati

Di Redazione / 12 Novembre 2016

La Guardia costiera sequestra loro le reti da pesca per una serie di irregolarità, e loro per tutta risposta inseguono i militari e abbordano la motovedetta per riprendersi le attrezzature. Non potevano che finire in manette i due pescatori licatesi protagonisti dell’episodio. Ad arrestarli sono stati gli stessi militari della Capitaneria di porto e i carabinieri del nucleo Operativo e Radiomobile della Compagniadi Licata. In manette sono finiti Agostino Curella, 34 anni e Orazio Sortino di 28 anni, tutti e due pescatori e personaggi noti alle forze dell’ordine. I due sono stati arrestati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, dispersione di cose sequestrate, distruzione di materiale militare, ingresso arbitrario ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.

Tutto è successo venerdì mattina. I due pescatori licatesi, a bordo di una lancia a motore di loro proprietà, sono stati sottoposti a dei controlli di carattere amministrativo da parte del personale della Guardia Costiera perché avevano collocato una rete all’imboccatura del porto, in una zona non consentita. Rete che per questa ragione è stata prelevata e sottoposta a sequestro.

Ma i due licatesi per impedire il sequestro dopo aver affiancato la motovedetta con la loro lancia a motore, vi sono saliti armati di bastoni, aggredendo con calci e spinte i militari e danneggiando anche la motovedetta, per poi darsi alla fuga dopo aver sottratto ed asportato le reti poco prima sequestrate.

Un episodio che ovviamente non poteva apassare inosservato e infatti ad aspettarli in banchina c’erano i carabinieri che hanno bloccato Curella e Sortino che peraltro, appena hanno visto i militari, hanno lanciato le reti in mare. I due pescatori sono stati fermati ed ammanettati e condotti in caserma a Licata.

I due sono stati messi ai domiciliari in attesa in attesa dell’udienza di convalida, così come ha disposto la magistratura.

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