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Canicattì: “L’ex avvocato Porcello è socialmente pericolosa”

La Procura antimafia di Palermo ha proposto l’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a carico dell’ex legale

Di Gaetano Ravanà |

La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha proposto alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo a carico dell’ex avvocato di Canicattì, Angela Porcello, appena condannata lo scorso 6 dicembre a 15 anni e 4 mesi di reclusione in primo grado nell’ambito dell’inchiesta antimafia Xydi, l’applicazione della misura preventiva di 4 anni di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, e al versamento alla Cassa delle ammende di una somma, a titolo di cauzione, da quantificare secondo i requisiti previsti dalla normativa in materia. Le 37 pagine della relazione istruttoria della Procura antimafia di Palermo sono state depositate lo scorso 12 maggio, ben prima che fosse intervenuta la sentenza di condanna. La misura preventiva da adottare presuppone la pericolosità sociale del sorvegliato speciale, e, nel caso dell’ex avvocato Porcello, i magistrati la ritengono ricorrente “perché – scrivono – non vi è alcun elemento che deponga per il recesso dell’imputata dalla organizzazione criminale, perchè non ha mai collaborato con l’autorità giudiziaria, perchè è rimasta per un ampio lasso di tempo nel territorio di appartenenza, perchè sono state accertate strette relazioni con esponenti di spicco di Cosa Nostra, perché le condotte non possono dirsi così risalenti nel tempo da escluderne o eliderne l’attuale pericolosità sociale atteso che è indagata per associazione mafiosa per reati commessi dal 2018 e sino al 2 febbraio del 2021, data dell’arresto, perché è vicina agli ambienti mafiosi già dall’anno 2014 quando ha iniziato una relazione sentimentale con l’uomo d’onore Giancarlo Buggea del mandamento di Canicattì, già condannato per partecipazione all’associazione mafiosa”. E poi, il procuratore aggiunto Marzia Sabella e i sostituti, Claudio Camilleri e Francesca Dessì, hanno tracciato, così come già nell’ordinanza cautelare in carcere eseguita all’atto dell’arresto, il profilo presunto criminale della professionista canicattinese. Così: “Angela Porcello, indossando la toga, svolgeva il difficile e pericoloso ruolo di associato mafioso che tentava di ordire congiure, costruire a tavolino piste investigative strumentali ad una fazione di Cosa nostra, studiare e organizzare strategie interne al mandamento mafioso”. E poi: “Lei avrebbe messo a disposizione non solo la sua capacità professionale ma anche il proprio studio legale per consentire lo svolgimento di veri e propri summit mafiosi ai quali partecipava personalmente avendo consapevolezza delle garanzie riservate dallo Stato agli avvocati nell’esercizio delle proprie funzioni. E tali garanzie cessavano definitivamente allorquando, già all’inizio dell’indagine, si era compreso che la Porcello aveva deciso di dismettere la toga ed indossare i panni della sodale mafiosa assurgendo pian piano addirittura a vera e propria organizzatrice del mandamento mafioso di Canicattì”. L’udienza camerale della Sezione misure di prevenzione per esaminare la proposta della Dda si svolgerà il prossimo gennaio.

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