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L’Azienda sanitaria di Agrigento condannata a rimborsare 2 milioni e 500mila euro

Il Comune di Favara aveva ragione: ha sostenuto delle spese per cinque anni per le rette relative a progetti terapeutici riabilitativi personalizzati, mai corrisposti dall'Asp

Di Gaetano Ravanà |

Il Tribunale civile di Agrigento, nella persona del giudice monocratico dottoressa Musumeci, ha condannato l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento a rimborsare 2 milioni e 500mila euro al Comune di Favara. Si tratta di spese sostenute negli anni 2011, 12, 13, 14 e 2015 per pagare le rette relative a progetti terapeutici riabilitativi personalizzati riguardanti i ricoveri di alcuni cittadini affetti da disabilità psichica grave in regime residenziale o semi-residenziale in strutture convenzionate. L’Azienda sanitaria di Agrigento si è opposta ritenendo non sussistente alcun obbligo di compartecipazione delle spese di ricovero dei disabili psichici, invocando la natura programmatica della normativa di settore. Invece, il Tribunale civile di Agrigento, accogliendo le tesi difensive dell’avvocato amministrativista palermitano, Giuseppe Ribaudo, che ha assistito il Comune di Favara, ha rigettato l’opposizione dell’Azienda sanitaria, e ha statuito che si tratta di un’obbligazione solidale gravante a pieno titolo su ciascuno dei soggetti pubblici coinvolti, quindi Comune e Azienda sanitaria. L’avvocato Ribaudo commenta: “Sono soddisfatto della pronuncia del Tribunale di Agrigento perché tutela i Comuni nei confronti dell’Azienda sanitaria, la quale comunque gode dei finanziamenti regionali per tali tipologie di ricoveri, nella gestione della spesa dei pazienti con disabilità psichiche ricoverati nelle strutture specializzate”.

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