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Ravanusa, i dubbi dell’inchiesta sui lavori alla rete gas del 2011 fatti dalla Euroimpianti plus

L'azienda dei Cavallotti aveva ricevuto in appalto la estensione e la manutenzione della rete in diversi comuni siciliani da Italgas

Di Redazione |

Nel 2011 a fare i lavori di manutenzione alla rete del gas a Ravanusa, dove sabato scorso 4 palazzine sono esplose in seguito a una fuga di metano che ha ucciso 9 persone, fu la Euroimpianti plus, società di proprietà dei figli di Vincenzo, Gaetano e Salvatore Vito Cavallotti, imprenditori assolti dall’accusa di mafia, ma ritenuti socialmente pericolosi perché contigui a Cosa nostra e colpiti dalla confisca dell’impresa, la Comest.

La Euroimpianti plus aveva ricevuto in appalto la estensione e la manutenzione della rete in diversi comuni siciliani da Italgas che, proprio per i suoi rapporti con gli imprenditori di Belmonte Mezzagno, finì in amministrazione giudiziaria nel 2014.

Nel 2014, nel corso del procedimento di prevenzione a carico di Italgas, un pool di tecnici che ispezionò a campione la rete del metano gestita dalla società in alcuni comuni siciliani, tra i quali quello di Agrigento, in cui i lavori di manutenzione erano stati fatti da Euroimpianti plus, segnalò la necessità di interventi di risanamento urgenti a causa delle gravi situazioni di rischio riscontrate.

La relazione degli amministratori giudiziari, che è stata acquisita agli atti dell’inchiesta sull'esplosione di Ravanusa, elencava una serie di difformità alla legge della rete: tubazioni del gas che sarebbero passate «in adiacenza ad altri sottoservizi (rete elettrica e idrica ndr) senza alcuna protezione creando rischiose interferenze con tubi corrugati dentro ai quali sarebbe necessario che le tubazioni fossero protette con sistema dotato di sfiati per evitare che il gas fugante trovi nel cavidotti una via preferenziale di movimento».

E ancora «non conformità nella profondità di interramento che – spiegavano – ha importanti ricadute sulla statica della condotta e sulla possibilità di un suo danneggiamento da terzi» e l’uso di «sfabbricidi e conglomerati bituminosi» trovati in diversi scavi al posto della sabbia, materiale che va usato per coprire le tubature perché in caso di fuoriuscita del gas non impedisce che si avverta l’odore e perché non consente la formazione di spazi in cui il gas che fuoriesce possa accumularsi.

Euroimpianti nel 2011 ha svolto tra agosto e ottobre diversi interventi alla rete del gas di Ravanusa per conto di Italgas. Lo attestano le richieste di consegna, che sono dei contratti esecutivi dell’appalto. Tra le zone interessate dai lavori di Euroimpianti plus: via Pergusa, il 10 agosto, distante 500 metri circa dall’area interessata dall’esplosione di sabato. E ancora via Quasimodo, il 28 agosto, via Monti, il 24 ottobre, via Ibla, il 27 ottobre, via don Bosco il 20 settembre. Si trattava di opere di manutenzione della rete stradale o della parte zincata.

Sulla esplosione la Procura di Agrigento indaga per disastro e omicidio colposo. La Euroimpianti plus, originariamente sequestrata dal tribunale di Palermo, è stata restituita ai proprietari che nel frattempo sono stati scagionati per prescrizione del reato dall’accusa di intestazione fittizia di beni.   COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA