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Scala dei Turchi, identificato l’uomo che l’ha imbrattata: «Voleva contestare il “sistema”»

I carabinieri hanno denunciato un 45enne di Favara: è lo stesso che aveva danneggiato Punta Bianca e che venti anni fa ha messo una bomba nella Valle dei Templi e alla Metropolitana di Milano. Nei guai anche chi lo ha accompagnato

Di Fabio Russello |

La sua pagina Instagram è un delirio contro il “sistema” e contro le forze dell’ordine. E sarebbe questa la motivazione del folle gesto di spargere polvere di intonaco rossa per imbrattare la Scala dei Turchi. Ma sono bastati tre giorni e l’uomo, e il suo accompagnatore, sono stati identificati e denunciati dai carabinieri della Compagnia di Agrigento alla Procura della Repubblica di Agrigento.

Ad incastrarli la videosorveglianza, la targa di un furgone e soprattutto i precedenti di Domenico Quaranta, 45 anni, favarese, già autore di atti vandalici nella riserva di Punta Bianca (anche in quel caso imbrattata con vernice rossa), ma anche su arredo urbano ad Agrigento e San Leone.

I filmati della videosorveglianza hanno permesso di accertare che un furgone, un Ford Transit, è giunto di sera alla Scala dei Turchi; poi da quel mezzo sono scese due persone trascinando dei misteriosi sacchi, quelli che contenevano la polvere di ossido di ferro. Dopo un’attenta e ripetuta analisi delle immagini, i Carabinieri sono riusciti ad acquisire il numero di targa del furgone. Le successive perquisizioni hanno consentito di ritrovare, all’interno dei magazzini ispezionati, guanti sporchi della stessa polvere e ulteriori, inequivocabili, prove.

I carabinieri dopo una perquisizione nella sua casa di Favara hanno anche sequestrato materiale che lo incastrerebbe. Con lui è stata denunciata un’altra persona che avrebbe però un ruolo marginale e di mero accompagnatore anche se sono in corso accertamenti approfonditi pure su di lui per capire esattamente quale sia stato il suo ruolo.

Domenico Quaranta è pluripregiudicato con diversi precedenti giudiziari e di polizia alcuni anche piuttosto gravi come quelli del 2001, quando, dopo una conversione all’Islam in carcere, aveva messo a segno un attentato nella metropolitana di Milano e aveva anche cercato di danneggiare il tempio della Concordia facendo esplodere una bombola del gas e lasciando una delirante rivendicazione legata alla ritorsione americana in Afghanistan dopo l’attentato alle Torri Gemelle.

Quaranta è un uomo già sottoposto a misura di prevenzione (anche se alcune proposte sono state rigettate dal Tribunale di Palermo) ed ha anche il divieto di avvicinamento ad Agrigento disposto dalla Questura. Secondo la Procura all’origine del gesto ci sarebbe “un atteggiamento di generica e vaga contestazione nei confronti del sistema e delle forze dell'ordine”.

A coordinare l’inchiesta procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e il sostituto Chiara Bisso. 

«I carabinieri sono intervenuti nell’immediatezza per individuare subito gli autori di questo crimine ad opera di scellerati che ha deturpato uno dei beni paesaggistici più importanti della Sicilia. L’Arma non molla il territorio a difesa dei nostri cittadini e delle bellezze naturali» ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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