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Regna il caos

Stretta sul reddito di cittadinanza e “Navigator” a casa: la denuncia della Uil agrigentina

Il segretario, Gero Acquisto: "A due anni di distanza, sapevamo che senza delle politiche del lavoro degne di questo nome, creare occupazione sarebbe stato inutile"

Di Gaetano Ravanà |

Il prossimo 31 dicembre scadranno i contratti dei Navigator, i Tutor assunti nel 2019 per aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare una nuova occupazione. A marzo scorso il governo Draghi aveva rinnovato fino alla fine del 2021 i contratti in scadenza il 30 aprile, ma non ci sono ulteriori proroghe in vista.

Il testo prevede, invece, che le Agenzie Per il Lavoro, autorizzate da Anpal a offrire i servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro, possono svolgere attività di mediazione tra domanda e offerta di lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza.

All'Inps il compito di monitorare e riferire i risultati al Ministero del Lavoro e al Ministero dell'Economia. Secondo quanto prevede la bozza della Legge di Bilancio si decade dal beneficio dopo due proposte di lavoro congrue rifiutate, ma anche se non ci si presenta almeno ogni mese, senza "comprovato giustificato motivo", in un centro per l'impiego per la ricerca attiva del lavoro.

Il Segretario della UIL di Agrigento, Gero Acquisto, analizzando i dati, dichiara ancora una volta con forte sgomento: “La verità è che tutti quanti noi sapevamo già che le misure a sostegno del reddito dovevano, sin da subito, essere accompagnate da politiche attive del lavoro degne di questo nome. Invece, dopo due anni, ci ritroviamo ad avere numeri esorbitanti di richieste di RdC e PdC (solo il nostro Patronato ITAL ne ha già trasmesse più di 3000) ma pochissimi beneficiari, ad oggi, hanno trovato un lavoro. E’ chiaro che la responsabilità di tale gap non sia interamente imputabile ai Navigator. Come si può pretendere che in un sistema dove mancano le fondamenta qualcuno possa fare dei miracoli?!  In passato, ho sempre parlato del fatto che bisognasse apportare delle migliorie sia sul fronte delle politiche attive che su quello dei controlli. Dobbiamo ammettere –  continua Acquisto – che i numeri sono decisamente lontani dai risultati sperati, partendo proprio dalle premesse fatte dal primo governo Conte. Secondo i dati più aggiornati, meno del 40 % dei beneficiari occupabili è stato preso in carico dai centri per l’impiego e meno di un beneficiario su sette ha trovato un’occupazione, perlopiù a tempo determinato. Per chi ha trovato lavoro, non è possibile sapere quale sia stato l’effettivo contributo dei navigator e dei centri per l’impiego. Pertanto, spero che attraverso un totale cambiamento di rotta si possa chiudere il cerchio. La provincia di Agrigento potrà crescere solo se i cittadini in difficoltà, giovani e meno giovani, avranno non soltanto sostegni al reddito ma un aiuto concreto all’occupazione. Urge portare avanti una politica di controllo e di opportunità per tutti”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA