18 dicembre 2025 - Aggiornato alle 08:40
×

Servizio esternalizzato, l'Asp vende le attrezzature di cucina degli ospedali di Canicattì e Ribera

Ad appropriarsi dei beni obsoleti sarà l’operatore che offrirà il prezzo migliore sull’importo base di ciascun lotto

Rita Baio

23 Luglio 2025, 10:53

CUCINA OSPEDALE

L’attivazione del servizio mensa a carico di ditte che preparano il pasto in altre sedi e la presenza di attrezzi da cucina ormai obsoleti, mettono l’Asp in condizione di vendere le attrezzature di cucina presenti negli ospedali di Canicattì e Ribera. A chiedere l’alienazione delle attrezzature non più utilizzabili, sono stati gli stessi responsabili dei due presidi ospedalieri e mentre le attrezzature insistenti al Fratelli Parlapiano di Ribera sono “fuori uso e prive di etichette con il numero di inventario”, quelle del Barone Lombardo di Canicattì vengono dismesse “atteso - si legge sull’atto di delibera - il nuovo contratto del servizio mensa per i degenti con i pasti preparati in altra sede”.

Seguendo le linee guida del Regolamento gestionale interno delle immobilizzazioni, che prevede “la possibilità di disporre l’alienazione dei beni mobili non più utilizzabili, dichiarati fuori uso o che non si ritenga di dover conservare”, l’Asp ha messo in vendita le attrezzature chiedendo 950 euro (importo base) per quelle presenti nelle cucine del Barone Lombardo: forno, cucina, frigo a colonna, lavabo, tavoli e piano d’appoggio, cappa grande e piccola, affettatrice. Mentre per le attrezzature in uso al Fratelli Parlapiano la richiesta è di 500 euro (importo base) e l’eventuale cliente potrà recarsi in Ospedale per visionare le attrezzature, considerato che non di dispone dell’elenco dei beni posti in vendita.

Ma c’è una condizione: chi comprerà le attrezzature, dovrà farsi carico di smontaggio e trasporto (comprese le spese) delle attrezzature in un tempo massimo di dieci giorni dalla notifica di aggiudicazione. Ad appropriarsi dei beni obsoleti sarà l’operatore che offrirà il prezzo migliore sull’importo base di ciascun lotto. “Tuttavia – si legge – in mancanza di offerte al rialzo, l’Azienda si riserva di accettare anche eventuali offerte alla pari rispetto all’importo base, attesa l’esigenza di rendere liberi i locali e di sgravarsi dai costi di smaltimento delle attrezzature”.