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Tangenti in cambio di favori all’Agenzia delle entrate: chieste sei condanne

È la richiesta del pm a conclusione della requisitoria al processo scaturito dall'inchiesta Duty Free

Di Gaetano Ravana' |

Il pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò, a conclusione della requisitoria, ha chiesto 6 condanne al processo scaturito dall’inchiesta “Duty free”, dal nome dall’operazione condotta dalla Guardia di finanza, che nel dicembre 2015 portò all’arresto di tredici persone, ipotizzando un giro di tangenti in cambio di favori e annullamenti di sanzioni tributarie all’Agenzia delle Entrate di Agrigento. Per altri sei imputati il magistrato ha proposto una sentenza di assoluzione, e proscioglimento per le accuse di falso, corruzione e abuso di ufficio, per avvenuta prescrizione.

Chiesti 2 anni e 10 mesi di reclusione per Antonio Vetro, 53 anni, di Favara, consulente del lavoro; 2 anni e 8 mesi per Giuseppe Cumbo, 69 anni, di Agrigento; 1 anno per Filippo Ciaravella, 69 anni, di Agrigento; 1 anno e 6 mesi per Giuseppe Castronovo, 62 anni, di Favara; 1 anno e 2 mesi per i medici Giovanni Crapanzano, 73 anni, di Favara, e Santo Pitruzzella, 71 anni, anche lui di Favara. Per gli altri sei imputati assoluzioni, e sentenza di non luogo a procedere per prescrizione. Si tratta di Vincenzo Tascarella, 68 anni, di Agrigento; Piera Callea, 56 anni, di Favara, Angelo Pagliarello, 64 anni, di Campobello di Licata; tutti funzionari dell’Agenzia delle Entrate; Salvatore La Porta, 47 anni, di Porto Empedocle, socio e amministratore della “Metalmeccanica agrigentina”, e i ristoratori favaresi Giuseppe Costanza, 37 anni, e il padre Salvatore, 71 anni.

Il processo è in corso di svolgimento davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara. Il 7 giugno ci saranno le prime arringhe difensive.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA