Operazione "GhostNets", in Sicilia rimosse dai fondali quasi 3 tonnellate di reti fantasma
Partita a inizio anno nella parte orientale dell'Isola, ha portato alla rimozione di reti fantasma dalle aree di Siracusa, Avola e Milazzo, consentendo la bonifica di oltre 52mila metri quadrati di fondali marini
Reti fantasma
Si sono concluse le prime operazioni di restauro degli ecosistemi marini previste dal Pnrr Mer - Marine Ecosystem Restoration, il più grande progetto sul mare all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza che vede il Ministero dell’Ambiente in qualità di amministrazione titolare e Ispra, soggetto unico attuatore, che ha affidato a Fondazione Marevivo, Castalia Consorzio Stabile e CoNISMa (Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare) l’operazione "GhostNets", il recupero di reti e attrezzi da pesca abbandonati o persi accidentalmente in mare.
L’operazione "GhostNets", partita a inizio anno in Sicilia orientale, ha portato alla rimozione di circa 3 tonnellate di reti fantasma dalle aree di Siracusa, Avola e Milazzo, consentendo la bonifica di oltre 52mila metri quadrati di fondali marini. "Tra i rifiuti marini, le reti abbandonate rappresentano una delle minacce più pericolose per l'ecosistema poiché si depositano sui fondali diventando trappole mortali per molte specie viventi che rimangono intrappolate - afferma Raffella Giugno, segretario generale Marevivo - Il loro deterioramento in minuscoli frammenti genera, inoltre, il rilascio di microplastiche che vengono ingerite dagli animali e finiscono, di conseguenza, nella catena alimentare. Solo negli ultimi anni abbiamo recuperato oltre 14.000 metri di reti abbandonate”.
“Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti nella prima fase delle operazioni lungo il litorale siciliano, dove Castalia ha avuto un ruolo chiave nella pianificazione e nel recupero delle reti fantasma, impiegando tecnologie avanzate e personale specializzato - aggiunge Stefano Chianese, project manager Castalia del progetto GhostNets - Grazie alla consorziata Mare Pulito, è stato varato un pontone dedicato che continuerà le attività lungo il Mar Tirreno fino, probabilmente, alla costa toscana. Abbiamo, inoltre, garantito una gestione sostenibile dei rifiuti: le reti recuperate sono state conferite all’impianto autorizzato Labromare di Livorno per il successivo riutilizzo e la valorizzazione, con una percentuale del 100%”.
Le attività proseguiranno in altre 15 aree italiane, due delle quali - Mar Piccolo di Taranto e Parco Sommerso di Gaiola - saranno oggetto di casi studio per analizzare l’impatto degli strumenti da pesca rimossi e valutare la capacità di recupero degli habitat presenti sui fondali.