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Chi era Avicii, il dj re dell’elettronica dance morto a 28 anni e ricordato da Google

Di Redazione |

Timido e introverso, Avicii non nascondeva lo stress che gli procurava la dimensione live. E cosi', giovanissimo e in piena ascesa, dopo un ultimo concerto ad agosto del 2016, aveva preferito continuare a dedicarsi solo alla musica in studio. «Noi tutti raggiungiamo un punto nella vita e nella carriera in cui capiamo cosa è più importante per noi. Per me è creare musica. E' quello per cui vivo, quello per cui sento di essere nato. La fine dei live, non ha significato la fine di Avicii o della mia musica. Sono tornato nella dimensione dove tutto ha avuto un senso: lo studio. Il prossimo passo riguarderà il mio amore nel fare musica per voi. E' l'inizio di qualcosa di nuovo. Spero che vi piaccia tanto quanto me», era  la scritta che campeggia sul suo sito ufficiale quando decise di rittirarsi dalle scene

Ma quel "prossimo passo", Avicii, non l'ha potuto fare. Il produttore e dj svedese è morto infatti, a Muscat, capitale del Sultanato dell'Oman, a soli 28 anni (era nato a Stoccolma l'8 settembre 1989). Oggi avrebbe compiuto 32 anni e Google ha deciso di ricordarlo omaggiandolo con un Doodle sulla pagina principale del motore di ricerca.

Il giorno della morte la sua portavoce, Diana Baron, non fornì dettagli sulle circostanze della morte.  Una settimana dopo però la famiglia ruppe il silenzio facendo intendere che Avicii si sarebbe tolto la vita. Pur non parlando mai esplicitamente di suicidio, i parenti spiegarono che il dj «non poteva più andare avanti».

«Il nostro amato Tim era un ricercatore, una fragile anima artistica in cerca di risposte a domande esistenziali – affermò la famiglia – un perfezionista estremo che lavorava e viaggiava ad un ritmo talmente alto da avere uno stress enorme. Quando ha smesso di fare tour voleva trovare un equilibrio per essere felice e fare la cosa che più amava: la musica».

Pioniere della Edm (Electronic Dance Movement), Tim Bergling, suo vero nome, aveva vinto due MTV Music Awards, un Billboard Music Award e conquistato due nomination ai Grammy. Tanti i successi che lo hanno reso una star, tra hit radiofoniche, concerti sold out e ospitate in festival prestigiosi, in Europa e Stati Uniti: Le7els del 2011, la multiplatino Wake Me Up del 2013, Hey Brother (2013), The Nights (2015), Addicted To You (2013), per citarne solo alcune. Avicii faceva parte, a pieno titolo, della schiera di produttori-dj, che, sulla scia di David Guetta e Calvin Harris, hanno infranto le regole e rivoluzionato la musica degli ultimi anni. Ha anche collaborato con popstar del calibro di Madonna, Coldplay, Rita Ora.

La musica era entrata nella sua vita da adolescente: a 16 anni le prime produzioni, a 18 il primo tour. «Quando mi guardo indietro, penso: wow, ho fatto io tutto questo? E' stato il momento migliore della mia vita, ma con un prezzo – molto stress e molta ansia per me -: è stato il miglior viaggio della mia vita», aveva dichiarato in un'intervista.

Spesso ha dovuto lottare con problemi di salute: non ha mai nascosto quelli con l'alcol, che lo hanno portato a soffrire di diverse patologie tra cui la pancreatica acuta. Dopo l'asportazione della cistifellea e dell'appendicite nel 2014, aveva cancellato una serie concerti. Da anni come detteo combatteva con l'abuso di alcol. La famiglia lo ha descritto come una persona fragile con una vita stressante che spesso si trovava a fare i conti con pensieri faticosi sul significato della vita e sulla felicità.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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