Banche e clienti, Di Benedetto (Fabi): “Ricodificare il tema dell’etica”

Di Fabio Russello / 26 Giugno 2019

Alla luce di recenti scandali che hanno coinvolto manager e dirigenti di alcune banche e finanziarie indagati per comportamenti illeciti nel rapporto con la clientela, che ne hanno minato la fiducia, torna alla ribalta il tema dell’etica nel lavoro dei bancari proprio quando sono appena cominciati a Roma i negoziati per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei bancari. F&S ne ha parlato con Cetty Di Benedetto, segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) di Catania.

“Su questo tema alcuni momenti importanti di confronto si sono sviluppati nel mondo bancario attraverso i Comitati Aziendali Europei (CAE) che hanno portato a posizioni e considerazioni importanti nel settore del credito. In particolare il gruppo Unicredit si distingue in merito grazie al management e all’amministratore delegato, Jean Pierre Mustier, che ritengono che Etica e Rispetto siano gli elementi che devono contraddistinguere le relazioni dentro l’organizzazione del lavoro e nel rapporto tra i dipendenti e i clienti dell’Istituto”.

Principi recepiti negli “Accordi di Settore”, ma violati nella prassi.

“La prassi si scontra nell’agire quotidiano che, a volte, può sfociare in direttive che non sono né corrette, né trasparenti con ricadute e ripercussioni sia sui lavoratori che sui clienti stessi. Nel prossimo contratto nazionale dovrà essere contrattualizzato il protocollo stipulato a livello nazionale l’8 febbraio 2017 sulle pressioni commerciali dei manager sui dipendenti per la vendita di prodotti e servizi alla clientela in modo che nell’agire quotidiano dei bancari non ci siano comportamenti in contrasto con i principi dell’etica, della correttezza e della trasparenza”.

Il 3 gennaio 2018 è entrata in vigore la Direttiva 2014/65/UE, conosciuta come MiFID 2 (acronimo di Markets in Financial Instruments Directive) che accresce le tutele per il risparmiatore attraverso l’adozione di un modello più orientato alla cura del cliente. Anche la precedente Direttiva 2004/39/CE prevedeva la tutela degli investitori. Ma nella pratica …

“Proprio per evitare che ci sia una difformità tra la prassi dei comportamenti posti in essere dai bancari nell’attività lavorativa e quanto stabilito dalla legislazione europea e da quella italiana occorre che il tema della trasparenza e dell’etica venga in qualche modo ricodificato all’interno del perimetro nazionale. Occorre che ogni azienda applichi in concreto le regole generali definendo un codice di comportamento interno che vincoli management e dipendenti al rispetto di regole e principi”.

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