Catania seconda per reati di mafia in aumento lo spaccio di droga

Di Redazione / 24 Febbraio 2015

CATANIA – Catania è seconda in Italia dopo Napoli per il reato di associazione mafiosa. E’ uno dei dati contenuti nella relazione della Direzione Nazionale Antimafia su Catania. Nella relazione scritta dal magistrato Carlo Caponcello si sottolinea che «la Dda catanese si trova ad affrontare un fenomeno criminale di non trascurabile momento meritevole di maggiore attenzione istituzionale nella progettualità di implementazione delle risorse umane e materiali». E nella relazione si sottolinea – come detto che «la Dda della Procura di Catania per numero di iscrizioni per il reato di associazione mafiosa (81) risulta seconda dopo Napoli (201) in tutto il territorio italiano e la terza (560) per numero di iscritti dopo Napoli (1.271) e Reggio Calabria (607) ».
 
«Il traffico sostanze stupefacenti (marijuana, eroina e cocaina) costituisce ancora – spiega la relazione – la principale fonte di illecito arricchimento dei clan, soprattutto dei Cappello-Carateddi, Cursoti milanesi e Santapaola. Da diverse indagini è emerso che la città è diviso in numerose piazze di spaccio». A conferma di ciò la relazione registra un incremento nelle iscrizioni del reato di spaccio di droga a Catania, passato, in un anno, da 38 a 71.
 
Secondo la Dna i gruppi criminali si muovono «con straordinaria capacità imprenditoriale» associata a un «capillare controllo militare del territorio» che permettono di ottenere profitti stimati in ventimila euro al giorno. L’approvvigionamento, con il traffico internazionale, ha subito un duro colpo ai clan collegati con l’Albania grazie a arresti e sequestri ingenti. Che si susseguono ancora. E questo, rileva la relazione della Dna, «sembra confermare che, malgrado gli inconfutabili successi dell’azione di contrasto della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, il traffico degli stupefacenti costituisce un flusso continuo capace di rimodularsi in tempi brevissimi con la stessa intensità di prima».
 
Dalla relazione emerge che dal 1 luglio 2013 al 30 giugno 2014 sono state avanzate dalla Dda della Procura di Catania complessivamente: 586 richieste di misure cautelari in carcere nei confronti di 1.602 soggetti; 132 richieste di arresti domiciliari nei confronti di 212 soggetti;. 702 richieste di misure cautelari reali. La Dda di Catania ha inoltre richiesto: 79 richieste di misure cautelari personali nei confronti di 756 soggetti; 30 misure cautelari reali. Numeri che rendono conto del grande lavoro dei magistrati antimafia e che viene sottolienato dallo stesso Caponcello: «Malgrado permangano annose e gravi carenze nell’organico del personale amministrativo, si è riusciti a mantenere una soddisfacente efficienza funzionale ed operativa».

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