Commemorato Libero Grassi L’uomo che non si piegò al pizzo

Di Redazione / 29 Agosto 2014

La vernice rossa spruzzata sul marciapiede e le corone del Comune e del presidente della Regione siciliana appoggiate al muro. È stato ricordato così a Palermo, a 23 anni dal delitto, l’imprenditore Libero Grassi, ucciso dal piombo di Cosa nostra per aver detto no al pizzo. La figlia Alice ha sistemato sul muro di via Alfieri, luogo dell’eccidio, un manifesto bianco, scritto a mano, su cui si legge: “Il 29 agosto del 1991. Qui è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato”. Con Alice c’erano il fratello Davide e Pina Maisano, vedova dell’imprenditore. Alla sobria cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, il numero due degli industriali siciliani, Giuseppe Catanzaro, il presidente onorario della Fai (Federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiane), Tano Grasso, il commissario antiracket Santi Giuffrè, il reggente della Procura di Palermo, Leonardo Agueci.

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