Così il boss di Carini Angelo Pipitone cercava di nascondere il suo patrimonio

Di Redazione / 19 Febbraio 2015

I carabinieri della Compagnia di Carini hanno arrestato du ordine del gip di Palemro Lorenzo Jannelli che ha accolto la richiesta della Dda cinque persone, tra cui il boss Angelo Antonino Pipitone, 72 anni, già detenuto al “Pagliarelli” dallo scorso settembre. Per l’uomo una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere. Agli arresti domiciliari invece la moglie Franca Pellerito di 66 anni, e le figlie Epifania, 35 anni (che si trovava già ai domiciliari) e Graziella di 44 anni nonché Angela Conigliaro di 45 anni (anche lei coinvolta a settembre in un’inchiesta per essersi intestata le quote sociali di un’azienda riconducibile all’anziano boss di Carini). Tutti sono accusati a vario titolo per il trasferimento fraudolento di valori e il favoreggiamento reale.
Secondo gli investigatori dell’Arma Pipitone pur trovandosi in carcere riusciva lo stesso a gestire e ad accrescere un immenso patrimoni, fatto di ville, terreni, fabbricati industriali e società. In questa ultima inchiesta, denominata «Destino 2», è partita dalla vendita fittizia a un prestanome di una lussuosa villa a Mondello riconducibile alla famiglia Pipitone. Gli inquirenti sono riusciti a dimostrare le «pressioni» esercitate sull’acquirente della villa dalla moglie del boss e da una delle figlie, per assicurare la riscossione dell’intero importo dell’operazione, 1,3 milioni di euro. È stata anche fatta luce sulle operazioni volte all’intestazione fittizia ad Angela Conigliaro (già amministratore unico della società “Il Girasole, sempre riconducibile ai Pipitone) di un terreno di 1,75 ettari, ubicato a Carini, del valore di 250 mila euro, di fatto riconducibile alla medesima famiglia mafiosa. Gli investigatori hanno ricostruito le varie fasi della trattativa per l’acquisto del terreno, con il coinvolgimento di un avvocato che avrebbe prestato la propria opera professionale per la stipula di atti negoziali relativi alla compravendita del bene, con la consapevolezza di aver agito nell’interesse di Angelo Antonino Pipitone.

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