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Dietrofront obbligato della Regione

Dietrofront obbligato della Regione Cantaro e Pellicanò tornano manager

A Catania dirigeranno il Policlinico Ove e il Cannizzaro

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania. La Giunta regionale ha messo la parola fine alla lunga disputa con i due manager della sanità catanese prima nominati e poi revocati. Ieri, al termine della riunione, su proposta dell’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, si è deciso di dare esecuzione alle sentenze della quarta sezione del Tar di Catania a favore di Angelo Pellicanò e Paolo Cantaro, rinunciando a presentare appello davanti al Consiglio di giustizia amministrativa. Nei prossimi giorni i due manager, che erano stati revocati ad agosto scorso con provvedimento della Regione, si insedieranno, entrambi a Catania: Pellicanò all’azienda Cannizzaro e Paolo Cantaro al Policlinico-Ove.

Alla Regione, dietro le quinte, si parla di una decisione che non era più rinviabile, alla luce delle due sentenze del Tribunale amministrativo che hanno riconosciuto ai due manager revocati il diritto a far valere la nomina che precedentemente era stata disposta con delibera di Giunta dello scorso 12 giugno e successivo decreto del presidente della Regione del 24 giugno. Il Tar ha riconosciuto le due nomine pienamente legittime perché disposte prima dell’entrata in vigore del decreto legge n. 90, pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 25 giugno, che vieta di assegnare incarichi apicali a personale andato in pensione.

Davanti alle sentenze che prendono in considerazione anche la circolare emanata lo scorso dicembre dal ministro Madia, che ha fatto chiarezza sulla legittimità delle nomine disposte prima dell’entrata in vigore del decreto Renzi, la Giunta regionale ha deciso che bisognava recepire quanto disposto dal Tar e ha rinominato i manager revocati, ponendo fine a un lungo braccio di ferro asnche politico che ha provocato grossi problemi alla sanità catanese. In ambienti del governo si vocifera che l’ultimo atto, cioè la nomina definitiva di Cantaro e Pellicanò, segna in questo caso un punto per la Borsellino che alla fine ha avuto la meglio sulla ferrea resistenza del governatore Crocetta. Quest’ultimo, comunque, tre ore prima la decisione aveva trasmesso un tweet con su scritto: «Sulla nomina di Pellicanò non ci servono consigli, la Regione ha già deciso» lasciando intendere, forse, che sino alla fine qualcuno aveva tentato di fermare la delibera.

Va detto che la Borsellino, già qualche giorno dopo la pubblicazione della circolare Madia, a dicembre scorso, aveva detto che la Giunta avrebbe preso atto di quanto previsto dal ministro, salvo poi doversi fermare davanti all’intransigenza del governatore che sulla vicenda Cantaro-Pellicanò aveva dichiarato che «era venuto meno il rapporto di fiducia». Adesso che la vicenda si è conclusa, sarà utile chiarire anche la posizione dei due manager «in pectore», che erano stati nominati dalla Giunta subito dopo la revoca di Cantaro e Pellicanò. Si tratta della posizione di Francesco Garufi, attuale direttore sanitario all’Asl di Verbania, destinato a ricoprire il ruolo di manager del Cannizzaro e di Giampiero Bonaccorsi, manager facente funzione al Policlinco-Ove, ma anche direttore amministrativo della stessa azienda. In un primo tempo si è detto che i due dirigenti potrebbero avere le carte per presentare ricorso, ma sembra che nessuno dei due voglia farlo alla luce anche delle sentenze del Tar che di fatto hanno annullato tutti i provvedimenti relativi alla revoca di Cantaro-Pellicanò.

Il lungo e paradossale «braccio di ferro» nella sanità etnea era cominciato il 12 giugno quando la Regione aveva emesso la delibera di nomina di Cantaro e Pellicanò, cui però non era seguito il provvedimento per l’insediamento perché il governatore aveva disposto di applicare ai due manager il decreto Renzi. Cominciò così un lungo scontro che portò anche all’apertura di una indagine giudiziaria. A far mutare lo scenari non valse neanche la presa di posizione del rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro che aveva cercato di far valere in punta di diritto e soprattutto per l’esigenza di dare una guida stabile all’azienda universitaria, l’accordo raggiunto in precedenza con la Regione sul nome di Cantaro. Successivamente Cantaro e Pellicanò presentarono ricorso al Tar. Nel frattempo il ministro Madia aveva emesso la circolare esplicativa sul decreto n. 90. La circolare era stata la diretta conseguenza di un odg approvato dal Parlamento su proposta del deputato Pd, Giuseppe Berretta. Allora, però, Crocetta decise di proseguire nominando due nuovi manager, Garufi e Bonaccorsi e, notizia di pochi giorni fa, anche l’Avvocatura distrettuale di catania aveva rinunciato a fare opposizione dibnnanzi al Tar al ricorso di Cantaro e Pellicanò perché non era possibile andare contro a una circolare dello Stato.

Sull’ultimo atto di questa vicenda arriva il commento lapidario del capogruppo all’Ars di Fi, Marco Falcone: «Oggi, a distanza di quasi un anno due importanti aziende ospedaliere di Catania sono in una situazione di stallo, con l’impossibilità di programmare una seria strategia dell’offerta sanitaria e ospedaliera. Legittimo che i cittadini, fortemente penalizzati, si chiedano chi pagherà i danni».

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