Dopo anni arriva la casa popolare ma l’immobile è già stato occupato

Di Eleonora Zuppardi / 04 Dicembre 2014

SIRACUSA – Non hanno avuto neanche il tempo di trasferire i loro averi nel nuovo appartamento, ottenuto dopo anni di attesa, vincitori della graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare, perché prima che potessero farlo qualcun altro ha occupato l’alloggio. Il 10 settembre la dea bendata aveva sorriso a seguito di un sorteggio alla famiglia di Salvatore Correnti, facendo loro dono di un tetto, ma questa – a quanto pare – non aveva fatto i conti con l’occupazione abusiva effettuata da un altro nucleo familiare.
 
«Avevamo toccato il cielo con un dito – dice Salvatore, muratore, 60enne – perché avremmo avuto dopo tanti anni un alloggio popolare. Una casa nuova e soprattutto priva di umidità, ottimo requisito considerato che mio figlio Daniele soffre di epilessia e ha una patologia bronco-polmonare. Purtroppo il sogno è svanito dopo otto giorni dall’estrazione, perché alla consegna dell’appartamento abbiamo trovato un’altra famiglia».
 
Da quel momento in poi per Salvatore comincia un’odissea fatta di speranze e rimandi del Comune. «Il personale dell’Ente mi ha consigliato di aspettare, perché nel giro di pochi giorni avrebbero liberato l’alloggio occupato illegalmente per consentirmi di accedervi, ma sono trascorsi quasi 3 mesi e ogni mattina mi sveglio sperando che tutto sia solo un incubo. Nell’attesa mi sono rivolto ad avvocato per una causa contro il Comune, ma il mio obiettivo è solo quello di entrare in possesso di una casa che consenta alla mia famiglia di dormire sonni sereni».
 
Per quanto riguarda l’anomalia dell’assegnazione dell’alloggio alla famiglia Correnti l’assessore comunale alle Politiche abitative Liddo Schiavo, precisa: «Daremo una risposta concreta alla famiglia Correnti entro qualche giorno, perché stiamo predisponendo un’ordinanza di sgombero per liberare l’appartamento che spetta loro».
 
L’emergenza casa in provincia di Siracusa è un fenomeno allarmante, sono tante le famiglie senza tetto, costrette a coabitare o ad occupare un appartamento per trovare riparo. Secondo una stima del Sunia- Cgil, l’abusivismo ha raggiunto il 60% delle occupazioni di alloggi sociali.

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