«E’ provocazione», no dei vescovi alla Barbie Santa Lucia di Siracusa

Di Redazione / 23 Settembre 2014

ROMA – Le versioni religiose di Barbie non piacciono ai vescovi. L’agenzia dei vesvovi “Sir” definisce una «provocazione» l’opera di due artisti argentini, Pool Paolini e Marianela Perelli. I 33 esemplari prodotti faranno parte dell’esposizione «Barbie, The Plastic Religion» nella quale Barbie e Ken rappresentano figure della religione, tra le quali anche quella di Santa Lucia di Siracusa.
Dopo le svariate versioni degli ultimi decenni, Barbie si veste anche come la Vergine Maria e la dea Kalì. Ci sono anche le versioni Barbie – riferisce sempre l’agenzia dei vescovi – con santa Giovanna D’Arco, la Vergine di Luján o Maria Maddalena, la Vergine di Lourdes e pure quella di Fatima, con i tre pastorelli a corredo. «Pensate sia finita? Se così fosse dimentichereste che c’è anche la componente maschile della coppia di plastica. Quindi ecco il fido ed eterno fidanzato Ken nei panni di Gesù, san Rocco, san Sebastiano e, per il politically correct, di Buddha», si legge nell’editoriale, nel quale si fa notare anche che però manca un Ken in versione Maometto.
«Chi ha diritto e chi no a vendere immagini legate ai culti religiosi? In base a quale discrezione e attenzione la Madonna sì e Maometto no? Che differenza c’è tra provocazione e cattivo gusto? La religione è davvero così di plastica che si può ridurre la devozione a oggettistica? Sono gradite risposte, anche se le installazioni artistiche (vogliamo definirle così?) non arriveranno mai nei negozi».
Il Sir allora invita i genitori a «spiegare ai figli perché una bambola non sempre è un omaggio, per decostruirne il ruolo fittizio e ricostruire così la catechesi vera. Prima che si comincino a vendere anche la chiesa apribile completa di accessori o che qualche buontempone si inventi profeta della madonna Barbie».

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