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Ebola, dopo un lieve peggioramento

Ebola, dopo un lieve peggioramento il medico catanese adesso sta meglio

È in cura con plasma di un paziente spagnolo in convalescenza

Di Redazione |

ROMA – «C’è stato un peggioramento delle condizioni cliniche e dei parametri ematologici» del paziente “zero” italiano con Ebola, il medico 50enne di Catania che ha contratto la malattia in Sierra Leone, curato all’Istituto Spallanzani di Roma. Sono cioè «calati i globuli bianchi e le piastrine». A dirlo è il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, illustrando il bollettino medico odierno del volontario etneo di Emergency. «I parametri della funzionalità epatica e renale sono normali – si legge nel bollettino – Nel corso della notte c’è stato tuttavia un progressivo miglioramento con riduzione marcata della temperatura. Al momento la pressione è normale, il paziente è vigile e collaborante, è in grado di deambulare autonomamente nella stanza ed interagisce positivamente con il personale sanitario. Non presenta nuovi sintomi caratteristici della malattia, in particolare non ha manifestazioni emorragiche».   Da quanto si è appreso il medico ha iniziato ieri pomeriggio il trattamento con plasma da paziente convalescente. Il plasma – hanno precisato i medici – arrivato dalla Spagna «grazie ad una catena di supporto e solidarietà istituzionale, scientifica, delle società farmaceutiche e delle società di trasporto».   Il minsitro della Salute Beatrice Lorenzino ha detto che il medico contagiato «sta affrontando la malattia con grande carattere». Il ministro ha poi confermato che la Commissione Ue chiederà agli stati un maggiore impegno in Africa Occidentale. «Il Commissario Ue alla Salute è tornato da un viaggio in Africa occidentale – ha detto Lorenzin – e farà un appello ai paesi europei per avere una maggiore presenza di personale sanitario formato sul posto. Noi abbiamo un’azione volontaria, gli operatori che vogliono farlo possono fare richiesta alla Farnesina; su questo abbiamo chiuso un accordo con le Regioni e li mettiamo in aspettativa».

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