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Esce ‘Il lavoro ha un futuro, anzi tre’ di Mario Mantovani
Roma, 9 ott. (Labitalia) – Esce oggi in libreria per Guerini Next il libro del presidente della Cida e vicepresidente di Manageritalia, Mario Mantovani, ‘Il lavoro ha un futuro anzi tre’ (Guerini Next ed., 215 pagine, 22 euro). Il libro vuole stimolare una riflessione sulle profonde trasformazioni in atto nel mondo del lavoro ed è un’opera prima per ampliare il dialogo sul futuro del lavoro e contribuire allo sviluppo di una leadership in grado di guidare i cambiamenti e non subirli. Lo scritto di Mantovani parte da alcuni assunti: il lavoro sta cambiando natura, al punto da metterne in dubbio il significato economico e sociale; la trasformazione tecnologica digitale appare a molti inesorabile e lineare (se non esponenziale), ma buona parte del futuro del lavoro è ancora da scrivere. Lo sviluppo delle organizzazioni ricorda sempre di più quello degli ecosistemi naturali e il ruolo umano, con le sue finalità e aspirazioni, non può essere marginale.
“Di fronte al terremoto in arrivo – sottolinea Mantovani – l’assetto normativo del lavoro è bloccato e rischia di creare divergenza e incomunicabilità tra lavoro, società, gruppi di persone. Orientare i cambiamenti consente invece di allontanare il rischio di irrilevanza sociale del lavoro e dargli un nuovo senso, economico e valoriale”.
La prima azione di una trasformazione normativa che segua le evoluzioni organizzative può essere centrata sul concetto di “lavoro organizzato”, superando la distinzione lavoro dipendente contro autonomo. Ciò consentirebbe anche di estendere e rendere più efficiente il sistema di welfare ‘europeo’, fonte di stabilità, coesione sociale e copertura dalle discontinuità indotte dalla tecnologia. Il secondo campo prioritario d’azione è quello dello sviluppo delle competenze e delle capacità umane, con modelli d’apprendimento continuo, teorico ed esperienziale, integrati e coerenti nell’intero ciclo di vita professionale.
“L’idea alla base del libro – chiude Mantovani – è creare un canale continuo di scambio e comunicazione, una sorta di ‘Osservatorio a cielo aperto’ intorno al quale organizzare dati e studi, ma anche conversazioni con le tante persone, spesso manager, che ho la fortuna di conoscere e frequentare. Alcune sono più approfondite di altre, ma anche da un breve scambio di battute, da qualche tweet, da una email si possono ricavare spunti interessanti e materiali rielaborabili”.
Accanto agli scenari globali ed europei, l’Italia presenta alcune specifiche sfide: una crescente divergenza tra centri metropolitani e zone in fase di de-industrializzazione, segnali di rinascita rurale e ampie zone compromesse dal degrado ambientale, crescente mobilità all’estero dei suoi talenti e gravi ritardi educativi. Guardando al futuro del lavoro è possibile intraprendere anche un viaggio in Italia, dove le prospettive spesso divergono e hanno una disperata necessità di ritrovare un filo conduttore. Un viaggio attraverso le 13 sedi delle associazioni Manageritalia, che si candidano a divenire poli di osservazione, conoscenza e sviluppo per i territori in cui sono protagoniste.
Manageritalia è la Federazione nazionale dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato) rappresenta dal 1945 a livello contrattuale i dirigenti del terziario privato e dal 2003 associa anche quadri e professional. Offre ai manager: rappresentanza istituzionale e contrattuale, valorizzazione e tutela verso la politica, le istituzioni e la società, servizi per la professione e la famiglia, network professionale e culturale. Promuove e valorizza il ruolo e il contributo del management allo sviluppo economico e sociale. Oggi Manageritalia associa oltre 35.000 manager: 23.000 dirigenti in attività che lavorano in 9.000 aziende, oltre a 7.000 dirigenti pensionati, 2.000 quadri e 3.000 professional.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA