Flop click day, indagata la dirigente regionale Corsello

Di Redazione / 22 Settembre 2014

PALERMO – La dirigente della Regione siciliana, Anna Rosa Corsello, è indagata per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Palermo sul flop del click day, il progetto dell’assessorato alla Formazione che avrebbe dovuto mettere in contatto giovani disoccupati e imprese. Il piano andò a monte perché il sistema informatico andò in tilt per l’eccesso di richieste e ne se suguirono polemiche roventi, con continua scaricabarile tra l’assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra e la direttrice del dipartimento Anna Rosa Corsello. Oltre alle richieste di dimissioni – provenienti da più parti – per la Scilabra. L’assessore si è sempre difesa dicendo che la scelta delle procedure del click day è sempre stata una prerogativa del Corsello.
 
Negli ambienti giudiziari si precisa che la Corsello sarà sentita come indagata per sua tutela. La data dell’interrogatorio non sarebbe stata ancora fissata. È stata la dirigente, dopo il duro botta e risposta con Nelli Scilabra, anche lei comparsa davanti ai pm, a chiedere di potere incontrare l’aggiunto Dino Petralia e il pm Piero Padova.
Corsello è stata “accusata” dalla Scilabra di essere una delle responsabili del fallimento del click-day. La dirigente è stata audita in commissione all’Ars e ha rilanciato, sostenendo che l’assessore conosceva la gestione del piano giovani, di cui il click day era uno strumento, e ha sottolineato l’anomalia dell’affidamento diretto del servizio alla Ett e a Italia Lavoro (la Ett aveva il compito di occuparsi dell’aspetto informatico, Italia Lavoro dell’elaborazione dei dati dei partecipanti).
 
Nei giorni scorsi è stato anche revocato dal governo il cosiddetto “bando Corsello”. Si tratta dell’avviso, firmato dall’ex dirigente Anna Rosa Corsello e poi pubblicato in Gazzetta ufficiale, che metteva insieme Piano giovani e Garanzia dopo il flop day del 5 agosto per la selezione dei tirocini formativi e che scatenò la dura reazione degli assessori al Lavoro e alla Formazione Giuseppe Bruno e Nelli Scilabra, che ripudiarono il provvedimento perché non informati. Nei giorni scorsi anche il ministero del Welfare ha contestato il bando criticando l’inclusione nell’avviso di “differenti fonti di finanziamento”: Piano Giovani per la fascia di età 25-35 anni, Garanzia giovani da 18 a 29 anni e risorse aggiuntive.

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