Gela, risanavano illegalmente aziende in crisi: cinque arresti
Operazione della GdF di Gela e Caltanissetta. Sottratti all’Erario 170 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta il commercialista Fabio Paolo Fasulo
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GELA - Un commercialista di Gela, Fabio Paolo Fasulo, 51 anni, era la mente di un’ organizzazione “specializzata, secondo la Guardia di Finanza, in un servizio di pronto intervento” alle aziende in crisi per evadere il fisco. E ci riusciva, attraverso falsi documenti per fruire di crediti d’imposta inesistenti, fatture taroccate, falsi modelli F24 attestanti versamenti mai effettuati. Fasulo trasferiva a società sane, in Italia, i rami d’azienda produttivi mentre collocava in “bad company” all’estero la parte indebitata: Romania o Albania. Ma il collaudato sistema serviva a Fasulo come “cavallo di Troia”, perché una volta dentro all’azienda, la depredava fino a impossessarsene tramite prestanome. È questo il quadro illustrato dal procuratore di Gela, Lucia Lotti, e dai vertici locali delle Fiamme gialle nell’ambito dell’operazione “Spin Off”. Sette le misure cautelari emesse dal gip Veronica Vaccaro per associazione a delinquere. Uno degli imputati risulta irreperibile. L’imponibile sottratto al fisco è di circa 170 milioni di euro. Carcere per Fabio Fasulo, e tre persone ai domiciliari: Lorenzo Li Calzi, 72 anni, di Canicattì; Pietro Caruso, di 31, di Gela, e il romeno Cristian Giubotaru, 40 anni, tutti presunti prestanome di Fasulo. Obbligo di firma, invece, per Rosario Marchese, di 30 anni, altro commercialista, e Mauro Tellaroli 60enne di Novara, che sarebbe il prestanome al quale fu intestata l’azienda milanese “Perfetisol sud srl”, sottratta da Fasulo ad Antonio Pedron, 53 anni di Magenta (Milano). «Abbiamo scoperto un sottobosco di illegalità - ha detto il tenente colonnello della Gdf, Lello Pisani - dove imprese in difficoltà e tributaristi truffaldini si incontrano con il passaparola. Uno di questi canali partiva da Milano». Nel 2009, con l’operazione “Cash Flow”, Fasulo era stato indagato per truffa sulle assunzioni (sulla carta) di personale alla Corimec di Milano, che gli servivano per ottenere fondi da finanziarie tramite prestiti garantito dal quinto dello stipendio di ignari operai. Indagato anche nell’operazione “Stack of paper” di due anni fa. Uno degli imprenditori raggirati, nel gennaio 2013 avrebbe sparato numerosi colpi di pistola contro la vetrata del palazzo in cui abitano i Fasulo, in via Ettore Romagnoli.