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Ghali, “il caso della musica italiana” a Catania

Di Gianluca Runza |

Il 26 maggio è uscito il suo primo album, il cui titolo è proprio questo, Album (la copertina è firmata dallo street artist Ozmo), ed è diventato “Il caso della musica italiana”. Entrando e dividendo, come sono agli artisti di forte personalità è possibile. Persino Saviano si è pubblicamente dichiarato suo fan e lo ha voluto incontrare e conoscere. Italiano di origini tunisine, è nato e vive a Milano. Il nome completo è Ghali Amdouni. Ha 24 anni. Figura longilinea, i dread che gli cadono sulle spalle, c’è qualcosa di estremamente malinconico e dolce, tanto nel suo sguardo che nel suo flow, lo stile con cui porge le rime. Che sono quanto di più distante dai cliché gangster americani. Ghali parla di sé, di una vita in prima persona, ma sono storie che raccontano quei sentimenti di spinta, inadeguatezza, spaesamento, orgoglio e rivalsa attorno a cui gira l’esistenza di qualunque adolescente. Con rime e parole che rifuggono l’imbuto del loro significato d’ordinanza, ma se ne smarcano muovendosi verso un pastiche personale e collettivo che è molto più dello slang.

Ghali suona trap, una costola dell’hip hop, tutta charleston, rullanti a scoppio e autotune, nata ad Atlanta e diffusasi a macchia d’olio nel resto del mondo. Gente come Future, Gucci Mane o Migos. Una ventata di aria fresca che è arrivata anche in Italia, con un gruppo di altri giovanissimi artisti, Tedua, Laioung, Izi, Rkomi, Sfera e Basta. E Charlie Charles, che è il producer (qualcosa di più del produttore artistico) di riferimento della scena.

«Sono tornato a vivere a Baggio, da mia madre, anche per essere più vicino allo studio di Charlie», ci dice. «Io e lui abbiamo iniziato a lavorare al disco nel mese di gennaio e lo abbiamo chiuso a fine aprile. Quattro mesi intensi in cui ci siamo rinchiusi in studio per arrivare a un suono ricercato sotto varie sfaccettature, le stesse che rappresentano il mio mondo, fatto di suoni e colori trasversali. Non solo trap. L’obiettivo prefissato è stato offrire al nostro pubblico nuovi stimoli e nuovi orizzonti, far arrivare la nostra musica ad un livello superiore, senza limiti». Album ha un respiro pop ad ampio raggio, anche fuori dall’idea classica di trap music. «La trap mi piace, ma io amo la musica in generale. Sono cresciuto con la musica che ascoltavano i miei, da Michael Jackson ai Gipsy King. Ora per esempio sono in fissa con la musica indipendente, Calcutta, L’Officina Della Camomilla, Brunori Sas».

Questo pomeriggio Ghali ha incontrato i suo fan da Feltrinelli, in via Etnea a Catania. Una grande folla di ragazzi e ragazze per acclamare il proprio idolo. Le file per accedere alla libreria erano ben visibili lungo la via principale del centro storico catanese.

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