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“Giornate Fai di primavera” a Catania: quando la cultura diventa condivisione
Catania – In questo fine settimana di nuovi inizi, di ritrovata primavera, neonata legislatura e speranza di rinascita per il Paese, la cultura più che mai accomuna, rende uguali e uniti in un unico grande progetto di valorizzazione del bene comune e di crescita. È questo che si respira alle Giornate Fai di Primavera, l’appuntamento annuale che il Fondo Ambiente Italiano organizza per restituire al pubblico siti storici e beni abitualmente non fruibili. Volontari e soci, studenti e docenti, istituzioni e cittadini, amatori e curiosi, bambini, giovani e famiglie insieme, diventano protagonisti di una grande festa italiana celebrata in nome della bellezza e della condivisione.
A Catania il sindaco Enzo Bianco ha tenuto a battesimo le iniziative Fai della delegazione cittadina guidata da Antonella Mandalà, inaugurando sabato mattina nei locali dell’Archivio di Stato due mostre inedite, curate da Anna Maria Iozzìa, un omaggio alla città etnea: «Catania com’era: dalle “Antichità” alle “Difese” della città» e I monasteri di clausura e gli edifici conventuali a Catania tra Settecento e Ottocento.
«Il mio plauso – ha dichiarato il sindaco dopo il taglio del nastro – va a chi ha scelto di aiutare e sostenere il sistema-Italia a proteggere l’enorme patrimonio che anche la città di Catania possiede. Da appassionato, prim’ancora che da rappresentante delle istituzioni, voglio pubblicamente ringraziare l’Archivio di Stato, le promotrici dell’iniziativa, Iozzìa e Mandalà, gli studiosi e ricercatori a vario titolo impegnati nella realizzazione di queste mostre di straordinario livello, che mettono in luce caratteristiche nascoste della città e rappresentano un modo per conoscere la nostra storia e guardare al futuro con occhi diversi». Nei documenti cartografici e fotografici rivive il racconto della Catania che fu, prima e dopo il terremoto del 1693 e un inedito: per merito del lavoro archivistico, infatti, è stato possibile ricostruire virtualmente il pregiatissimo affresco ottocentesco raffigurante Le tre grazie, rinvenuto presso il Reclusorio del Santo Bambino. Le mostre si possono visitare all’ex Convento di Santa Caterina da Siena al Rosario, in via Vittorio Emanuele 156 fino al 31 maggio (lunedì–venerdì 9-18.30, sabato 9-12.30).
Grazie al lavoro dei volontari Fai è stato inoltre possibile visitare l’Istituto di Incremento Ippico: il più grande maneggio al chiuso del Sud Italia, dove i visitatori hanno potuto ammirare da vicino antiche carrozze, finimenti di pregio e i cavalli, protagonisti di una dimostrazione equestre da parte del cavaliere paraolimpico Maurilio Vaccaro. Un momento di riflessione sui temi della disabilità e dell’ippoterapia come sostegno alle cure mediche tradizionali, un messaggio di inclusività e possibilità.
Nelle sale ricavate dalle antiche stalle sono state ospitate le cento opere degli Artisti per Morgantina. La mostra, curata dal Club per l’Unesco di Enna con l’archeologa Serena Raffiotta, è unica nel suo genere e rappresenta un omaggio alla Sicilia e alla statua della Dea recentemente rientrata in patria ad Aidone dal Getty Museum di Malibù. La passeggiata alla volta dei luoghi aperti dal Fai è poi proseguita al chiostro di San Placido (Palazzo della Cultura) e al Convitto Nazionale Mario Cutelli, che stupisce per la pianta circolare dell’edificio e i decori fastosi dell’Aula Magna; lungo la via Etnea, porte aperte a Palazzo dei Minoriti, nelle meravigliose sale della prefettura e dell’avvocatura della città, e nella chiesa di San Michele Arcangelo. Procedendo su via Crociferi è stato possibile ammirare gli affreschi della chiesa di San Benedetto, mentre al cinema Odeon, occhi puntati sulla raffinatezza dell’art dèco, per lasciarsi appassionare dai dialoghi sulla settima arte.
Tra tanta bellezza ritrovata e restituita alla città, sono stati i ragazzi il vero tesoro nascosto di quest’iniziativa: dai giovani volontari del Fai – divisi fra i banchetti dell’accoglienza, l’attività di promozione, la raccolta fondi e i post-racconti sui social – ai professionisti Ciceroni (non più Apprendisti) rappresentati da bravissimi e appassionati studenti di venti istituti scolastici, che dopo una preparazione durata mesi, hanno accompagnato i visitatori in tour organizzati e valorizzati dal loro senso critico. A conclusione della ventiseiesima edizione delle Giornate di Primavera, il capo delegazione Antonella Mandalà ha sottolineato proprio il ruolo fondamentale del fattore umano nella realizzazione delle Giornate Fai: «Quello che abbiamo offerto alla città è frutto del contributo di tutti – ha detto – serve la generosità di tutta la comunità per salvare i nostri tesori. Perché la cultura non è erudizione, ma atto di partecipazione e condivisione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA