Catania – Travolgente come sempre, vulcanica e incontenibile, Guia Jelo si divide tra cinema e tv con due ruoli, «comici e drammatici». «E’ l’anno delle zie, meglio di passare alle nonne», commenta lei con una risata. Zia Rosi è il personaggio che interpreta nel nuovo film di Terence Hill, La chiamavano Maryam, con Veronica Bitto, costumi di Marina Roberti. «Sono molto felice perché certi personaggi non capitano spesso – racconta – E’ una storia d’amore e morte che ha molte sorprese. Un film poetico e avvincente, impregnato di spiritualità anche se in un percorso di avventura e azione». Sul set in Almeria, aggiunge, si è creata una bella sintonia con il protagonista, qui anche regista. «Un angelo, un uomo generosissimo, un incontro prezioso. Ho molta stima per lui Durante le riprese gli ho detto: “tu prima hai dato tanti pugni e li dai anche adesso, ma nell’anima con questo film sublime”. E’ rimasto colpito dalla mia umanità e fragilità – confessa – Mai nessuno come Terence Hill mi ha fatto sentire così una regina sul set. La sua stima nei miei confronti ha dato una sferzata positiva alla mia grande insicurezza che ha sempre nociuto alla mia carriera». La sua Rosy Florian è una affermata scrittrice siciliana che passa dai saggi ai romanzi rosa. «Un ruolo bizzarro e sopra le righe, comica nella prima parte, con battute volutamente pittoresche, ma che sfocia in una malinconia dolente». Il protagonista Terence-Thomas la prende «tanto in simpatia da scorrazzarla in moto in mezzo al deserto dell’Almeria. Una magnifica avventura».
La rivedremo nel 2017 ne Il bello delle donne vent’anni dopo, regia di Eros Puglielli. «Stavolta sono Colomba, zia del personaggio interpretato da Adua del Vesco. Un ruolo comico, brillante, una zitella che, ancora una volta, più sicula di così non si può».
La Jelo sta intanto completando le riprese del nuovo film di Aurelio Grimaldi La Divina Dolzedia accanto a Simona Izzo. Proprio con la Izzo domenica riceverà a Catania un premio alla carriera nel corso della serata Unicef. E ancora, a maggio pubblicherà Donna Giudizia, «revival di donna Letizia» che raccoglie le lettere della sua rubrica su Sicilia in rosa, mentre a maggio sarà al Brancati con Tuccio Musumeci. Una sfilza di progetti ma l’attrice non nasconde l’amarezza nei confronti del Teatro Stabile. «Sono passata dalle stelle alle stalle, mi dispiace di non essere nella stagione del teatro dove ho recitato per 40 anni, pensavo di poter essere utile, non so per quali motivi sono stata esclusa dalle produzioni. Una telefonata, un caffé, una stretta di mano me le aspettavo – si sfoga -E ancora meno capisco perché non venga portata a compimento la programmazione dello spettacolo Sabbie mobili che nella scorsa stagione fu interrotto dalla protesta dei lavoratori. Sono sicura che l’ente che è commissariato terrà fede ai propri impegni, così come sicuramente salderà il debito che ha nei miei confronti, perché – conclude con una battuta – certo non ho il budget di Sophia Loren!».