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I “veri” botti per svuotare i bancomat

Di Concetto Mannisi |

In entrambi i casi, però, i colpi sono miseramente falliti. In un caso per la dabbenaggine dei malfattori, nell’altro per il pronto intervento dei carabinieri della compagnia di Gravina, che sono stati ad un soffio dal catturare i malviventi. Non è detto, fra l’altro, che nei prossimi giorni non ci siano sorprese sotto questo punto di vista….

Il primo raid è stato tentato, come detto, in via Dottor Consoli, quasi all’angolo con la più trafficata via Androne. In questo caso la banda ha agito con la tecnica dell’acetilene: ha introdotto la sostanza gassosa all’interno del bancomat, determinandone l’esplosione.

Il fatto è che questa tecnica comporta una serie di rischi: il cattivo dosaggio dell’acetilene può provocare un’esplosione più forte del necessario, con danni conseguenti all’interno e all’esterno della struttura, così come è puntualmente avvenuto (foto in alto). Le stesse banconote, alcune delle quali rimaste sul pavimento, sono state in parte danneggiate e in parte macchiate. Alla fine pare che il bottino sia stato non soltanto magro, ma addirittura magrissimo.

Non così ridotti, invece, i danni. A parte tre auto parcheggiate all’esterno della struttura che hanno riportato ammaccature consistenti, l’ufficio è rimasto praticamente senza porta d’ingresso (tanto è vero che Poste italiane ha dovuto richiedere l’intervento e la sorveglianza h24 di guardie particolari giurate) e con vetrate e arredi da sostituire.

Più o meno la stessa situazione verificatasi a San Giovanni Galermo, dove però i delinquenti hanno anche demolito il muro della facciata del palazzo che ospita l’ufficio postale (foto in basso). In questo caso i ladri, che avevano bloccato il tratto di strada su cui insiste l’ufficio con delle auto rubate, hanno sfondato l’ingresso con un autocarro anch’esso rubato. Purtroppo per loro, come detto, una pattuglia dei carabinieri era in zona ed è intervenuta in un lampo, determinando la ritirata di almeno tre delinquenti. In questo caso si stanno studiando le immagini delle riprese a circuito chiuso dello stesso ufficio postale.

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