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“Il delitto Mattarella”, l’omaggio di Grimaldi all’ex presidente della Regione assasinato

Di Redazione |

PALERMO – Film militante e d’impegno politico» afferma Aurelio Grimaldi senza mezzi termini dicendo d’ispirarsi a Francesco Rosi, nel presentare “Il delitto Mattarella” di cui ha concluso ieri le riprese a Palermo finanziato da Sicilia Film Commission – Sensi contemporanei con un bando del 2016 come ha precisato alla conferenza stampa Alessandro Rais direttore dell’Ufficio cinema della Regione e della Sicilia Film Commission. Alla presentazione hanno partecipato il presidente della Regione Nello Musumeci, il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e i sindaci di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, di Tusa, Luigi Miceli e di Corleone, Nicolò Nicolosi. Oltre al produttore Pete Maggi di Cine 1. Il film è co-prodotto da  Cine 1 Italia  con mezzi propri e in qualità d’investitore  esterno dalla società   Edilizia Acrobatica Spa e da  Arancia Cinema  (con il supporto della  Sicilia Film Commission e Sensi Contemporanei).

Nel cast tutto siciliano di cui Grimaldi è orgoglioso, Claudio Castrogiovanni (Pio La Torre), Alessio Vassallo (Sergio Mattarella), Domenico Ciaramitaro, David Coco (Piersanti Mattarella), Fabio Costanzo, Vincenzo Crivello, Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro (moglie di Piersanti), Lollo Franco (Michele Sindona), Sergio Friscia (Rosario Spatola), Ivan Giambirtone,   Leo Gullotta (Rosario Nicoletti), Guia Jelo (signora Nicoletti), Francesco La Mantia, Vittorio Magazzu’, Tuccio Musumeci (Salvo Lima), Toni Sperandeo (Vito Ciancimino),  Andrea Tidona.

«Spero che la famiglia possa riconoscersi ed emozionarsi in questo film, mi chiedo come mai dopo 39 anni nessuna fiction sia stata dedicata all’omicidio di Piersanti Mattarella – ha spiegato Grimaldi incontrando la stampa – Questo per me è un mistero, ma mi ha dato l’onore di raccontare questa storia». Al presidente Musumeci il regista dice: «Un presidente come Musumeci che sceglie come segretario generale la signora Maria Mattarella manda un preciso segnale politico». Aurelio Grimaldi,  che ha cominciato a lavorare nel cinema con le sceneggiature di “Mery per sempre” e di “Ragazzi fuori” esordendo alla regia con “La discesa di Aclà a Floristella”, proseguendo con “La ribelle” e “Le buttane”, non ha mai abbandonato la corda dell’impegno civile (trilogia su Pasolini). Il caso Mattarella e l’ingiusta dimenticanza della figura del presidente della Regione assassinato a Palermo il 6 gennaio 1980 («neanche una strada a lui dedicata a Roma e Milano»), gli ha fatto sentire il bisogno di lavorare su questo progetto. «Appena è stato eletto Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica ho pensato: ora o mai più». Non è stato facile per Grimaldi studiare le migliaia di pagine di sentenze e documenti giudiziari relativi a un caso conclusosi con condanne per i mandanti: processo durato sette anni (dal ’92 al ’99) col quale la giustizia italiana finora non è ancora riuscita a individuare i killer. Alla fine del processo di Palermo furono condannati come mandanti Riina, Provenzano, Brusca, Calò, Nenè Geraci e Ciccio Madonia), ma riguardo ai killer è rimasto il mistero.

Tra i personaggi del film ci sono Sergio Mattarella  e Pietro Grasso allora giovane Pm che aprì le indagini sull’omicidio. Nel film compaiono politici poi pluricondannati (Ciancimino), uccisi dalla mafia per non aver rispettato i patti (Lima), suicidi per sensi di colpa (Nicoletti), condannati ma prescritti (Andreotti) e boss mafiosi. Il delitto fu consumato nella centralissima Via Libertà. Una giovane fotografa palermitana, Letizia Battaglia, uscita per fare altri servizi giornalistici per L’Ora, fu la prima a fotografare la scena e ha più volte raccontato quei momenti. La vedova, Irma Chiazzese, riconobbe nel killer il terrorista di destra Giusva Fioravanti. Secondo il giudice istruttore, Giovanni Falcone, Mattarella fu ucciso da neofascisti per uno scambio di “servizi” tra Cosa Nostra, Banda della Magliana (che trattava col capomafia Pippo Calò il riciclaggio dei soldi mafiosi) e i Nar di Fioravanti, interessati a far evadere, con l’aiuto della mafia, il leader Concutelli, allora all’Ucciardone. Ma c’era anche che Mattarella aveva avviato in Sicilia una giunta bianco-rossa con l’appoggio del Pci, in sintonia col suo maestro Aldo Moro. Il film ripercorre anche un pezzo di storia della Dc. Il processo-Andreotti ha comprovato l’incontro fra Andreotti e Bontade prima dell’omicidio Mattarella.

Luci e ombre sulla politica italiana. «Mi sono trovato questa formula per raccontare la storia del delitto Mattarella: tre linee vettoriali (Cosa nostra, i cari compagni di partito Dc di quel periodo, la Banda della Magliana e il Terrorismo nero dei Nar) alleate nell’eliminazione del soggetto che rompeva tre interessi apparentemente distanti concentrati su Mattarella». Film pieno di personaggi. «Corale. Non ho puntato alle somiglianze fisiche. David Coco per vari motivi somiglia abbastanza a Piersanti, Sperandeo fa Ciancimino e Gullotta fa Nicoletti. Musumeci (finalmente ho realizzato il sogno di lavorare con lui!) fa benissimo Lima senza alcuna somiglianza fisica».

Quale rapporto con la famiglia ? Il presidente della Repubblica ha letto la sceneggiatura?«Per dovere e onestà intellettuale ho mandato la sceneggiatura a tutti i familiari. Il cinema segue dei percorsi logici che non sempre corrispondono né alla verità storica né a quella giudiziaria. Ho incontrato Bernardo, figlio del presidente assassinato, al quale sapevo di poter fare domande anche su aspetti personali del padre. E’ stato stradisponibile, mi ha dato dritte importanti anche su Nicoletti amico personale di Piersanti, mi ha dato indicazioni importanti per girare la scena con Sindona a Palermo ritirato a Torretta da Rosario Spatola».

La scena dell’omicidio è certo la più forte.«Ho avuto tre momenti di crollo emotivo. Il sindaco Orlando mi ha scritto che la sua vita è cambiata da quel 6 gennaio 1980, ma credo che sia cambiata quella di tanti siciliani. Ed io, ero un siciliano controemigrato, avevo commesso il peccato di cadere in quello stereotipo di chi pensava “se hanno ucciso un democristiano chissà cosa avrà combinato”, e invece ho scoperto una famiglia eccezionale». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA