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Il M5S in pressing su Rinaldi (Pd) «È sotto processo, si dimetta»

Il M5S in pressing su Rinaldi (Pd) «È sotto processo, si dimetta»

I parlamentari penstallati all’Ars chiedono al deputato dem di lasciare la carica di presidente del collegio dei questori di palazzo dei Normanni: «E ci aspettiamo che lo faccia anche il Pd»

Di Redazione |

PALERMO – Il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle all’Ars chiede al presidente del collegio dei questori di palazzo dei Normanni, Franco Rinaldi (Pd) di lasciare la carica, dopo il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta «Corsi d’oro» sulla formazione professionale. «Il decoro del palazzo – dicono i deputati – non si misura solo in relazione ai centimetri delle cravatte che si indossano, cui lui in particolare sembra tenere tantissimo, ma, soprattutto, in rapporto alle azioni che si fanno in determinate situazioni. E un processo per lo scandalo della Formazione è una situazione che non può passare assolutamente inosservata». Coerenza i parlamentari Cinquestelle chiedono anche al Pd, «che a luglio aveva approvato un documento per chiedere l’autosospensione dagli incarichi istituzionali ai deputati e ai dirigenti coinvolti nell’indagine e del quale l’allora segretario regionale Lupo – a mezzo stampa – aveva assicurato la massima diffusione a tutti i livelli del partito». «È chiaro- dicono i deputati M5S – che quel documento o non è mai partito o non è mai arrivato. Di sicuro nessuno gli ha dato seguito. Il Pd ora ha l’occasione per recuperare: chieda a Rinaldi le dimissioni immediate. Noi aspettiamo».   Rinaldi è stato rinviato a giudizio sabato dalla prima sezione penale del tribunale di Messina insieme con il deputato nazionale del Pd Francantonio Genovese (che è anche suo cognato) e altre 21 persone e otto società nell’inchiesta chiamata Corsi d’oro che ha scoperchiato un sistema di società (”battezzato” la galassia Genovese) per intascare i soldi pubbici destinati agli enti di formazione professionale quindi al destinato ai futuro dei giovani siciliani. I rinviati a giudizio sono accusati a vario titolo di associazione finalizzata al peculato e truffa aggravata, falso in bilancio e reati contro la pubblica amministrazione.

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