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La Bramosia del potere per i bene culturali

Di Redazione |

Ieri ho letto con grande gusto e tanto rammarico lo splendido numero di questo quotidiano, le cui prime pagine erano interamente dedicate al problema della cultura e dei beni culturali e cioè al vero futuro economico della nostra isola. La casa di Pirandello sta cadendo a pezzi, il parco archeologico di Siracusa è abbandonato al degrado. Mentre ci si attiva con solerzia per eliminare il dubbio di abusivismo della casa di Montalbano, i veri beni culturali vengono lasciati all’incuria, segno di una classe dirigente attenta più all’immagine che alla sostanza. Ci sono soluzioni? Sì, ci sono. Innanzitutto usare le parole per come andrebbero utilizzate e distinguere, una volta per tutte, la “cultura” dai “beni culturali”.

La “cultura” è una faccenda indefinibile, cambia il mondo attraverso vie segrete e ineffabili e di sicuro non è qualcosa che può essere “amministrata”. I “beni culturali”, di contro, sono belli solidi e si vedono benissimo: sono i beni ambientali (es: i parchi, le spiagge), i beni architettonici (es: il barocco), i beni archeologici (es: i templi e gli scavi). E’ solo di questi che il “potere” (non chiamiamolo ‘politica’, che la politica è cosa diversa) dovrebbe occuparsi. Dice: se ne occupa già, e i risultati sono queste “case cadute”.

Giusto. Dovrebbe occuparsene ma in maniera diversa da quella fin qui attuata, cioè finendola di fare gestire i nostri beni culturali da persone di nomina politica e ricorrendo ai bandi pubblici per scegliere manager culturali. Soltanto così potrebbero attirarsi sponsor privati, perché, caro potere, i privati i soldi non ce li mettono per farseli amministrare da un vostro “cliente”, da un vostro raccomandato (la questione riguarda anche i teatri, ovviamente).

Dice: ma così il ‘potere’ dovrebbe ritrarsi dalla gestione e della cultura e dei beni culturali?

Esatto. 

All’amministratore del condominio (della “proprietà condivisa”) si chiede di occuparsi della pulizia delle scale e del funzionamento dell’ascensore, non di quali libri leggere o di quali quadri guardare e men che meno di occuparsi dei reperti archeologici che per caso si sono ritrovati nel basamento della cantina. Così il potere dovrebbe occuparsi di fogne, di caditoie, di spazzatura, di servizi ai cittadini.

Dice: ma così amministrare diventa noioso e noi come ci vantiamo al bar di essere “cutturali”? Vero, ma nessuno vi impedisce di cambiare mestiere.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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