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La Giovanna D’Arco di Rapè tra fede estrema e martirio

Il 3 dicembre debutta in prima nazionale al Regina Margherita di Caltanissetta il nuovo lavoro del regista nisseno indicato come prossimo direttore artistico del teatro comunale. Il 9 dicembre nuova replica al Naselli di Comiso

Di Redazione Vivere |

Debutta domenica 3 dicembre alle ore 20.30  in prima nazionale al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta, per la stagione 2017/2018 organizzata dal Comune ed affidata per il terzo anno consecutivo a Moni Ovadia, “Giovanna d’Arco – A’ Santuzza”.Si tratta del nuovo ambizioso progetto del regista Aldo Rapè (indicato come il prossimo direttore artistico del teatro comunale nisseno), nato in residenza artistica proprio a Caltanissetta. Il regista parte dalla storia dell’eroina francese per riflettere sul concetto estremo di “fede”: abbiamo ancora bisogno di martiri? In scena una famiglia del Sud, in un paesino non meglio precisato della Sicilia. Una famiglia di sole donne impegnata nei preparativi per i solenni festeggiamenti della santa del paese: Santa Giovanna D’Arco, ‘a Santuzza. In uno spettacolo fatto anzitutto di silenzi, il mondo visionario e rivoluzionario dell’eroina francese e santa cattolica, condannata al rogo ed arsa viva nel maggio del 1431, rivive sullo sfondo della Sicilia, terra di miti e credenze, terra di visioni e contraddizioni.

La drammaturgia originale, firmata dallo stesso regista che si è avvalso della consulenza di Giuseppe Rapè, si è completata durante la residenza artistica a Caltanissetta, e prende spunto da numerosi testi inerenti la storia di Giovanna d’Arco.«La drammaturgia attinge da una serie di suggestioni che mi sono scaturite leggendo e approfondendo la vita di Giovanna d’Arco – dice Aldo Rapè –  come il testo di  Schiller, ma anche quelli di  poeti e narratori francesi come Eusteche Deschamps e Jean Meschinot, oltre al Vangelo, in quanto nello spettacolo c’è un parallelismo con il martirio di Cristo».La residenza artistica è durata un mese nel corso del quale il cast, composto da giovani attrici siciliane (Alessandra Falci, Anita Indigeno, Iridiana Petrone, Floriana Sabato, Rita Salonia, Doriana La Fauci), ha vissuto nel Convento delle Suore Mercedarie di Caltanissetta «affinché un clima più austero e silenzioso le potesse far calare nei ruoli» spiega il regista.

Dopo i numerosi e pluripremiati spettacoli di teatro sociale, Aldo Rapè si misura con Giovanna D’Arco, un personaggio simpatico, a tratti arrogante: una santa su un cavallo bianco con una spada ed uno stendardo tra le mani. Una tenera visionaria, desiderosa di essere sola, e quindi considerata folle, corazzata di forza e fede, come tutte le donne.« Nel corso di questi preparativi  di questa famiglia – aggiunge il regista – passerà in rassegna tutta la vita dell’eroina francese raccontata attraverso immagini sceniche, suoni e poche, pochissime parole. Con questo spettacolo voglio portare l’attenzione degli spettatori sul concetto di fede, quella che va oltre il visionario, alle volte esagerata e per questo disumanizzante, che può portare all’autodistruzione. Il focus dello spettacolo è: bisogna vivere la fede perché Dio esista, o perché esiste quotidianamente senza che siano necessarie esternazioni eclatanti? “Giovanna d’Arco – A’ Santuzza” è uno spettacolo praticamente senza parole – conclude Aldo Rapè-  è giocato sul silenzio, e fa perno sulla colonna sonora originale di Aldo Giordano e su una serie di visioni. L’idea è stata quella di eliminare la maggior parte delle parole, ma quando ci sono, sono distruttive».

Gli elementi scenici dello spettacolo sono firmati da Cartura, la bottega catanese di Alfredo Guglielmino specializzata in creazioni in cartapesta, che già collaborato con Aldo Rapè al precedente “Pert”, sulla figura di Sandro Pertini.  Dopo il debutto nisseno “Giovanna d’Arco – A’ Santuzza”  sarà messo in scena il 9 dicembre al Teatro Naselli di Comiso e poi a febbraio inizierà la tournée nazionale dalla Liguria e dalla Campania.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA