La guerra con la Regione del nero d’avola

Di Redazione / 10 Gennaio 2020

Palermo. S’inasprisce la guerra legale sul vino Nero d’Avola tra la Regione Siciliana e la casa vinicola Duca di Salaparuta (che controlla i marchi Corvo e Florio), scoppiata quasi tre anni fa con l’esclusione del vitigno siciliano più noto da quelli Igt e il conseguente obbligo di usare la generica indicazione “Terre siciliane” in etichetta per tutti i vini non doc. L’ultima parola è del Consiglio di Stato a cui la Regione si era rivolta dopo che il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso della Duca di Salaparuta.

Secondo l’azienda, scrive Repubblica-Palermo, «la modifica del disciplinare comporterebbe in sostanza la cessazione dell’impresa, costringendo Duca di Salaparuta a non produrre più, ovvero a sostenere ingenti costi imprenditoriali per trasformare le linee produttive e passare alla Doc, con una pausa forzata di alcuni anni».

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