Lettera d’amore al cinema “stroncato” dal Covid: «Non voglio immaginare di dover dire “C’era una volta…”»

Di Simone Russo / 03 Febbraio 2021

SAN GIOVANNI LA PUNTA – Dal 25 ottobre a ieri sono trascorsi cento giorni che i teatri e i cinema sono bloccati (oltre al tempo di chiusura durante il lockdown) ed è una situazione sicuramente gravissima.

Se lo spettatore si “intrattiene” guardando un film o una commedia, dall’altro lato ci sono tante, tantissime famiglie che vivono e guadagnano con il mondo dello spettacolo. Quando ritornerà la normalità, chissà quando, molti cinema e teatri faranno tantissima fatica a riaprire. È vero che lo “show deve andare avanti”, ma in questo caso è molto difficile.

Salvo Rosano, direttore del Cinestar di San Giovanni La Punta, ha affidato al web una sua lettera indirizzata proprio al cinema.

Lettera che, in poche ore, ha raggiunto 12mila persone. «Caro Cinema, come stai? – scrive Rosano – noi siamo ancora in semi-lockdown ma cosa ne puoi sapere, sei stata una delle prime attività ad essere stata chiusa. Quest’anno so che per te è stato un Natale diverso, giá il Natale, quello che aspettiamo tutto l’anno, quello in cui le sale sono piene, quello dei blockbuster, dei film capolavoro ma anche quello dei cinepanettoni. Per quest’anno abbiamo dovuto fare a meno dei tuoi spettatori, dei bambini che scorazzano sulla tua moquette prima che inizi il film, quest’anno abbiamo fatto a meno delle emozioni del tuo pubblico. Mi è giunta voce che vorrebbero mandarti in pensione, che si fa strada un tizio di nome Streaming. Dicono che ti sostituirà, eppure sono sicuro e nel mio cuore spero, che si tratti soltanto di voci di corridoio. Davvero pensi che rinunceranno a te? Non posso credere che la gente possa davvero rinunciare alla tua magia. A quell’atmosfera magica che solo tu puoi trasmettere allo spettatore. Non voglio neanche immaginare di dover dire un giorno ai miei nipoti “c’era una volta il cinema”, perchè tu non sei soltanto uno svago. Sei cultura, sei qualcosa che va al di là della proiezione in uno schermo, tu fai vibrare l’anima dalla quale scaturiscono le emozioni che riesci a trasmettere».

«Caro cinema – prosegue la missiva immaginaria -, non ti abbandonerò mai, in fondo mi dai da lavorare e mi permetti di farlo proprio ad un passo dal confine tra sogno e realtà. Tu sei ciò che c’è oltre l’armadio delle cronache di Narnia, il mondo all’interno del libro de “La storia infinita”, sei “Pandora” di Avatar, sei l’oceano di Titanic, sei la colonna sonora de “La vita è bella”. Tu rendi le nostre vite più belle perchè, senza di te, sarebbero come un mondo senza il colore giallo, immagini un mondo senza il giallo? Sarebbe davvero triste. Non sei solo il mio lavoro, sei qualcosa di più. Se puoi rileggi questa lettera con la colonna sonora di “Nuovo cinema Paradiso”, se non ci fossi stato tu, in fondo, quella colonna sonora non sarebbe mai esistita».

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