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Ma sister Cristina non è Madonna

Ma sister Cristina non è Madonna

Di Michele Nania |

Quando la scorsa estate, dopo il trionfo a The Voice, declinò l’invito al ventennale del premio Ragusani nel Mondo e ogni altro tipo di comparsata, spiegò che voleva sparire per un po’ e dedicarsi al suo percorso spirituale. E noi tutti dicemmo ooh. Sparì davvero, ma tra una tappa e l’altra del percorso ha trovato il tempo per incidere un album a Los Angeles, girare un videoclip e preparare la promozione su scala planetaria, preannunciata da un’intervista in esclusiva al quotidiano dei vescovi. Suor Cristina Scucces, comisana e orsolina praticante in missione per conto di Dio (anzi no, quelli erano i Blue Brothers) fa cose pazzesche e vuol far credere che non lo siano. Il video intanto: girato a Venezia da Marco Salom (lo stesso di Ligabue, Pausini e Jovanotti), è la cover di Like A Virgin: trent’anni fa a Venezia, in pizzo e crinolina, Madonna cantava i turbamenti di un’ammiccante giovane donna toccata come una vergine per la prima vera volta. Suor Cristina, che però adesso si chiama Sister Cristina, canta le stesse parole nelle stessa location, però le fa sembrare un salmo. La provocazione al contrario. O il contrario della provocazione.   Nell’anno del Signore 2014, con un Papa che twitta e posta i suoi selfie, è piuttosto difficile sorprendere; specialmente se scegli di andarti a tuffare in un mare infestato da pescecani dove il talento conta ma non è tutto, e la sostanza non ha mai la stessa forma. Quentin Tarantino, per dire, cita la canzone nel film Le Iene e dice testuale che Like A Virgin non è una canzone qualunque: è l’elogio della fava grossa. Naturalmente non è il tipo di evangelizzazione che ha in mente Sister Cristina, o chi per lei, che ha già destinato ogni provento da album e tour. Ma qualcosa ci fa sospettare che l’orsolina non sia esattamente quel che vorrebbero farci credere. La vera verità di una voce bella ma non più straordinaria di mille altre è ancora tutta da scoprire.   Prenda esempio da Lauretta Pausini, svelata nell’intimo da un accappatoio galeotto sollevatosi proprio lì, nel bel mezzo del bis dopo un concerto a Lima, in Perù: Yo la tengo como todas! E non pensate male, stiamo parlando della voce.

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