Mariano Izco: «Catania, ricordi? Tutte le rimonte sono possibili»
Mariano Izco: «Catania, ricordi? Tutte le rimonte sono possibili»
Faccia a faccia con l’ex capitano rossazzurro, in città per le feste: la moglie è di Nicolosi
Il Catania ritrova un capitano… Qualche giorno ancora di vacanza e di cure, per Mariano Izco, uno degli ultimi volti legati alla felicità rossazzurra, ai tempi di una Serie A che sembra ancor più lontana di sempre. Izco è in città perché ha famiglia, ormai, qui. «Mia moglie, Manuela Zappalà, è originaria di Nicolosi. Ci siamo conosciuti a Catania». Sveliamo: è stata per 12 anni in Nazionale, ha vinto una Coppa del Mondo di sci di fondo. Una campionessa. «Molto più forte di me, questo è certo». Dove vi siete conosciuti? «Lavorava in un negozio di telefonia. Per tre anni ci siamo incrociati, poi… ». E lei continuava ad acquistare ricariche per il suo cellulare… «Ora ho i… minuti. E abbiamo uno splendido bimbo: Santiago è nato a Catania l’11 dicembre». Ecco perché l’abbiamo scovata. «Resto per qualche altro giorno, mo godo la famiglia». Non solo: si prepara a rientrare in squadra. Maran e il Chievo l’aspettano. Intanto… «Intanto continuo a dire grazie a Giuseppe Dispinzieri (ex fisioterapista del Catania e amico vero di Mariano, ndr) che mi segue con la solita maestria». Il Catania, il suo Catania… solo ricordi. «Molti, bellissimi. Ma lo sa che ci teniamo in contatto sempre? Chi vive l’esperienza in rossazzurro mai la dimentica». Ci spieghi. «Ho creato un gruppo su watsup. Siamo tutti connazionali e parliamo soltanto del Catania». Non ci dica. «Hanno aderito Gomez, Spolli, i due che vedo spesso, visto che io gioco a Verona, Nicolas a Carpi e il “papu” a Bergamo. Ci sono anche Almiron che è ad Agrigento, Barrientos scrive dall’Argentina, Bergessio dal Messico, Alvarez ancora dall’Argentina. Ma lo sa che proprio Pablo sta facendo benissimo con la maglia del Rosario Central? ». Dall’apice dal calcio fino alla Lega Pro. «Un gruppo completo, appassionato. Questa iniziativa conferma che, io, un gruppo così unito non l’ho più trovato. Escludo quello in cui gioco adesso perché è fuori concorso. Parlo del passato». Ma il Catania di adesso, Mariano, ha modo di seguirlo? «Su twitter o su altri social danno gli aggiornamenti in tempo reale della partita. Pochissime immagini, quanto meno mi fermo a leggere, durante gli orari degli incontri ufficiali, che cosa fanno i miei ex compagni». Ex… Ne sono rimasti pochi. «Plasmati lo conosco bene, abbiamo giocato insieme. Ci sono i ragazzi che erano in Primavera ma si allenavano qualche volta con noi: Parisi, Di Grazia, Rossetti, Ficara… » Il Catania, nel 2016, a quali traguardi potrà ambire? «In avvio di stagione sembrava che i ragazzi stessero benissimo. Adesso si sono ripresi e alla fine della stagione manca molto. Il salto di serie è difficile, ma a Catania tutto può succedere». Lei lo sa benissimo. «Tanto per fare un esempio che non dimenticherò facilmente, ricordate la rimonta di Mihajlovic cominciata con la vittoria in casa della Juventus nel 2009? Eravamo a 9 punti, a meno tre dalla penultima… ». Poi lei segnò ai bianconeri e vinceste 2-1. «Uno degli episodi che mi legano al Catania. Non soltanto quello». Quali altri? «Il più bello resta la salvezza di Bologna, proprio contro il Chievo al primo anno vissuto in A. In aeroporto, al ritorno da quella partita, c’era talmente tanta gente – come se avessimo vinto lo scudetto – che per coprire i cento metri che mi separavano dal parcheggio in cui avevo lasciato l’auto ho impiegato un’ora e mezza. Non esagero. Chi era a quella festa ricorderà». Torniamo al Catania di oggi e alla rimonta che è il sogno proibito di tutti… «Non ci sono 20 punti di distanza: si può rimontare. Adesso, come dicono bene i dirigenti di oggi, si deve fare un passo alla volta. Però con un tifo così appassionato, con la voglia di riemergere e con un gruppo che male non è, magari più in là parleremo di rimonta centrata… ». In città lei incontra i tifosi e si chiedono come mai lei è andato via due anni fa. «Vi dico: è stata una scelta difficile da spiegare. Non è dipeso da me, ma io un giorno mi piacerebbe tornare a indossare la maglia grazie alla quale sono diventato calciatore». Non è dipesa da lei la partenza? Da chi? «Sono altri fattori, ma lasciamo perdere. Io ho sempre sperato di non giocare mai contro il Catania. Ma non certo mi auguravo di ritrovarla in Terza Serie». Chi, tra i tecnici, le ha trasmesso di più? «Marino… Nomino sempre lui, perchè mi ha permesso di cominciare un percorso favoloso. Sono esploso con Montella e Sinisa, mentre grazie a Maran ho mostrato miglioramenti netti. Infatti il mister mi ha voluto anche a Verona. Ma con tutti i tecnici ho giocato e mi porto dentro qualcosa di ognuno». In questa stagione, a parte il Chievo che con Maran sta facendo bene, impressiona l’Empoli di Giampaolo. «A Catania aveva lavorato bene e non mi sorprendo dei risultati attuali. Sta dimostrando il gioco che viene plasmato grazie alle sue idee. E ha una squadra che risponde. Sono felice per lui». E il suo rapporto con Maran? «Splendido. Dopo Montella ha gestito il Catania nella maniera migliore. A Verona ha dimostrato di reggere da protagonista i confronti con le big della Serie A». Izco di nuovo in città. In che modo trascorre le sue giornate? «Sto a casa, col bambino e mia moglie. Poi faccio il papà: appuntamenti frequenti dal pediatra, documenti da richiedere, allenamenti, palestra, fisioterapia da Dispinzieri. Corro e riacquisto forza. A Catania non puoi non sorridere».