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Messina, amarezza per lo stop ai traghetti Fs «I servizi, invece di migliorarli, li cancellano»

Il trasloco forzato nave-treni e i tanti disagi temuti dai viaggiatori

Fabrizio Pernice

04 Febbraio 2015, 09:02

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MESSINA - Appena metti piede alla stazione marittima, annusi l’aria di smobilitazione. Display spenti, scalinate e scale mobili sbarrate da grate, perfino il bar e la rivendita di giornali con le saracinesche abbassate. Benvenuti nella terra di nessuno, dove tra cinque mesi sarà inferto il colpo mortale. I treni non entreranno più nella “pancia” dei traghetti, quei pochi rimasti a far da spola tra le due sponde dello Stretto. A chi giungerà a Messina su rotaia per proseguire verso il Continente, toccherà armarsi di santa pazienza. Cioè scendere dal treno, bagagli in mano, e raggiungere a piedi l’approdo della Metromare che non è neanche a portata di mano. Non sarà, insomma, una salutare passeggiata soprattutto se il “trasloco” forzato sarà fatto sotto la pioggia o il solleone.  

 

Ieri al terminale delle Ferrovie si respirava la solita atmosfera. I pendolari dello Stretto che si affrettano a imbarcarsi sull’aliscafo della Metromare, una fila scarna di automezzi in attesa di un traghetto, ma soprattutto un grande silenzio che avvolge tutta l’area della stazione marittima. Silenzio che viene rotto, poco prima delle 13, dallo stridìo del treno che sta imbarcandosi sulla nave “Messina”. Un’immagine quasi romantica che dal prossimo giugno sarà cancellata.  

 

Nei pressi della biglietteria semideserta, Roberto Parisi, ferroviere, si sfoga appena ci avviciniamo. «È la politica che fa scomparire ogni cosa, perché i nostri politici non scendono al Sud per vedere in che stato siamo ridotti? ». Amarezza anche verso chi i lavoratori dovrebbe tutelarli. «Il sindacato si prende gioco di noi, ora ci cancelliamo e ci iscriviamo a qualche movimento spontaneo che tuteli veramente i nostri diritti».  

 

Lo stato d’animo del ferroviere rispecchia la situazione in cui versa la stazione. «Mi sento abbandonato da tutti, a Messina non c’è più lavoro, il turismo non funziona, non ci sono strutture o collegamenti per creare un indotto. Così non si può andare avanti». A subire le conseguenze di questa situazione sono soprattutto i viaggiatori, come Francesco Ballistreri. «Vengo da Rosarno, viaggio spesso. Non è una buona notizia questa cancellazione dei treni sulle navi, specialmente per i siciliani che dovranno scendere a piedi con le valigie. Un vero disagio. L’accesso agli imbarcaderi non è semplice, penso agli anziani a chi avrà dei bambini con sé. Siamo completamente abbandonati sotto il profilo delle infrastrutture, si parla tanto di alta velocità quando qui da noi c’è lo scartamento ridotto».  

 

Anche i passeggeri condividono lo stato d’animo dei ferrovieri: «Qui ho una sensazione di abbandono, questa è l’impressione che suscita questo posto. La gente può spingere, protestare, fare manifestazioni, ma credo che debba essere soprattutto il governo regionale a battere i pugni sul tavolo di fronte a questa ingiustizia».  

 

Poco distante una signora con la figlia. È seduta su un muretto, aspetta d’imbarcarsi. «Una brutta notizia - dice Maria Teresa Saglimbeni - avere i treni che s’imbarcano sui traghetti è un vantaggio. Se tolgono questo servizio sarà un disagio pesante per chi viaggia». Sconforto per una situazione che già da tempo era precaria. «Un colpo mortale, invece di migliorali, i servizi vengono cancellati. Bisogna ribellarsi, perché se stai zitto significa che le cose ti vanno bene così. Se protesti almeno fai sentire le tua voce. Chi decide queste cose non tiene conto delle problematiche che si creano sulla pelle delle persone che viaggiano. Forse se viaggiassero loro in treno, non potendo permettersi l’aereo o altri mezzi, capirebbero sicuramente».  

 

Dal canto loro però le Ferrovie e il ministro delle Infrastrutture, Maurizo Lupi, negano che ci sia in atto un abbandono della Sicilia. «Nessun posto a rischio fra il personale impegnato nelle attività di navigazione: - spiega una nota di Ferrovie - i 62 dipendenti saranno ricollocati in Rfi nelle attività di terra e di bordo. Le attività di traghettamento di carrozze e carri merci di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) proseguiranno regolarmente, con un’organizzazione più funzionale, moderna e aderente alle esigenze». Alle Ferrovie fa eco il ministro dei Traporti, Maurizio Lupi. «Riceverò il presidente Crocetta per discutere, come mi chiede, della situazione del trasporto ferroviario in Sicilia - annuncia Lupi - Voglio però sin d’ora rassicurare lui e tutti i siciliani, che non c’è nessuna eliminazione dei treni di collegamento con il Nord, anzi. E comunque la soluzione proposta sarà aperta a cambiamenti e miglioramenti».