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Morì per un ascesso dentale malcurato, nove medici rischiano il processo a Palermo
Palermo, 24 gen. (Adnkronos) – (di Elvira Terranova) – Morì ad appena 48 anni per un ascesso dentale mal curato. Adesso i nove medici che lo hanno avuto in cura in diversi ospedali, tra Marsala, Trapani e Palermo, rischiano di andare a processo per omicidio colposo. Il gip del Tribunale di Palermo Walter Turturici oggi ha fissato l’udienza preliminare che si terrà il prossimo 10 marzo. Per il pm Giulia Beux, che ha coordinato l’indagine e chiesto il rinvio a giudizio dei 9 indagati, i medici che si sono occupati di Pace avrebbero “cagionato il decesso” dell’uomo per “colpa” consistita in “negligenza, imprudenza, imperizia”, nonché “per colpa specifica consistita nella violazione delle linee guida definite e pubblicate dalla comunità scientifica internazionale in materia di infezioni odontogene e cervicofacciali”. “Fin dal primo momento avevo parlato di negligenza e di imperizia”, spiega oggi all’Adnkronos il fratello della vittima, Gianluca Pace che si è sempre battuto per avere giustizia. “Ci sono diverse consulenze tecniche – aggiunge – e tutte dicono che c’è stata negligenza”.
Per il fratello di Massimiliano, il consulente “poteva essere salvato”. Ora i familiari della vittima sono in attesa degli sviluppi della vicenda giudiziaria. “Sono certo che ci sarà un processo -spiega ancora Gianluca Pace – e nel corso del dibattimento emergeranno tutte le negligenze che hanno portato alla morte mio fratello. Ad appena 48 anni”.
Ma cosa era successa in quella primavera del 2017? E’ il 24 marzo e Massimiliano Antonio Carlo Pace, affetto da un ascesso dentale, si reca al Pronto soccorso dell’ospedale ‘Paolo Borsellino’ di Marsala (Trapani) dopo una cura prescritta dal medico di famiglia che non aveva dato esito. In quella sede viene visitato e dimesso con una prescritta terapia medica e una richiesta di un ulteriore controllo per il 29 marzo. Ma due giorni dopo, il 26 marzo, Massimiliano Pace, che non migliora, va nuovamente in ospedale con la febbre a 39 e una tumefazione sottomandibolare. Altra visita, con radiografie, e successive dimissioni. “Lo hanno dimesso dicendo di continuare le pillole”, dice il fratello Gianluca all’Adnkronos.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA